A Quarto Grado vi erano gli avvocati di Andrea Sempio, Massimo Lovati e Angela Taccia: scopriamo che cosa hanno detto
L’avvocato Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio, è stato ospite anche ieri sera del talk di Rete Quattro, Quarto Grado per parlare del caso di Garlasco. Le prime parole del noto penalusta sono state sulle accuse nei confronti del suo assistito, leggasi omicidio in concorso con Alberto Stasi o altri e a riguardo ha precisato una questione che ha già ribadito più volte nelle varie trasmissioni tv negli ultimi giorni: “Il concorso è una figura giuridica che si deve desumere dal fatto, altrimenti è una cosa avulsa, il fatto non parla di concorso, c’è un’unica impronta di scarpe e non c’è nient’altro che faccia propendere per un concorso. Le tracce di dna non sono il fatto, sono gli effetti. Il fatto è semplice, c’è un omicidio volontario. Quando c’è il concorso? Ad esempio nella rapina al portavalori c’è un concorso, ci sono minimo 6 banditi, da questo fatto si desume un concorso, da quello di Garlasco non si desume”.
L’avvocato Lovati si è poi soffermato sulle sue famose “visioni”, dopo i sogni e l’incubo di aver scoperto il dna di Sempio nel Fruttolo sequestrato nella spazzatura di Chiara Poggi. La situazione sembrerebbe essere comunque rientrata, fa chiaramente capire Lovati: “L’incubo non era sulle impronte ma sul dna, questo incubo è passato, non c’è motivo che torni, non è un incubo ricorrente visto che le bocce sono ferme. Il mio assistito è sempre stato sereno io quando ho avuto l’incubo non ero sereno, mi sono svegliato tutto sudato dopo questo incubo, ma veramente ho avuto un incubo, non me lo sono sognato, veramente ho avuto un incubo”. Nuzzi ha poi commentato ironicamente: “Queste visioni pirotecniche è un modo per raccontare esprime, delle paure, delle opinioni e delle prospettive, il coinvolgimento di altri”.
DELITTO DI GARLASCO, LOVATI E ANGELA TACCIA A QUARTO GRADO
In studio, a fianco di Lovati, vi era anche l’avvocato Angela Taccia, che ha commentato anch’essa la spazzatura sequestrata, sottolineando come a suo avviso e anche di Lovati, mancherebbe il decreto di sequestro che specificava che la spazzatura poteva essere appunto trattenuta dagli inquirenti: “Io ritengo che qualunque norma del codice di procedura penale vada seguita, cavillo o meno, questa era importante da sollevare, per quanto ci riguarda questo reperto non è stato correttamente sequestro, non si parla della spazzatura nei decreti specifici, non c’è il motivo, c’è solo questo verbale dei carabinieri che descrive specificatamente ogni reperto ma questo è solo un atto del pg, ci vuole anche un decreto sequestro, non c’è la convalida. Si va non sull’emotività ma per norma, bisogna rispettare la procedura”.
I due legali di Stasi hanno presentato un annullamento dell’esame della spazzatura, e vedremo nei prossimi giorni se la loro istanza sarà accolta o meno. L’avvocatessa Taccia ha poi parlato delle intercettazioni del suo assistito durante l’indagine del 2017, archiviata dopo pochi mesi: “Non esprimo opinioni personali, ne abbiamo parlato tanto di soliloqui, i brogliacci sono riassuntivi, va sentito l’audio. C’è tanta gente che da solo fa ben di peggio. Mettetevi nei suoi panni, è ovvio che ha paura, ma per farsi forza come ha sempre fatto prima e adesso, si sfogava da solo, per non aggravare la situazione e non far pesare su amici e genitori. Questi soliloqui sono già tutte cose analizzate ed archiviate”, mentre sullo scontrino di Vigevano ha precisato: “Furono i carabinieri che gli dissero di andare a prendere questo scontrino se lo aveva e lui è andato a casa a prenderlo, aggiungendo poi una riga in fondo sul verbale”.
DELITTO DI GARLASCO, LOVATI: “FRA I SOLILOQUI DI SEMPIO E I MIEI SOGNI…”
Massimo Lovati ha scherzato: “Gli incubi e i soliloqui non sono collegati ma comunque non sono utili, non sono rilevanti ai fini dell’indagine”. Lovati è poi tornato sull’incidente probatorio, che ricordiamo, ha analizzato principalmente la spazzatura di casa Poggi del 13 agosto 2007, ma sequestrata otto mesi dopo, e mai più restituita: “Dal momento che ormai le bocce sono ferme non ho più paura di niente, avevo paura di qualcosa prima che venisse aperto lo scatolone. Sono passati 8 mesi da quando la villetta è stata dissequestrata, sono passati altri 18 anni, mi dica lei se non devo aver paura. Durante quegli 8 mesi chi è entrato nella villetta, mi sembra ci siano stati parecchi sopralluoghi, c’è scritto nel verbale, consulenti, perite, tante persone, anche i famigliari Poggi”.
“Un altro fattore importante – ha aggiunto – è il ricordo della mamma di Chiara, che dice che questi oggetti non erano nella pattumiera, erano sparsi sul divano ma non c’era il Fruttolo, chi l’ha messo nella spazzatura? Sul divano non c’era o magari la signora ricorda male. Quando non si sequestrano gli oggetti correttamente, per me non esistono, siccome il Fruttolo non è stato sequestrato per me non esiste”, ha concluso.