Il talk di Rete Quattro, Quarta Repubblica, si è soffermato a lungo sul delitto di Garlasco durante la puntata di ieri sera, mandando in onda anche una interessante doppia intervista a Daniele Occhetti e Roberto Porta, i due periti informatici che esaminarono il computer di Alberto Stasi così come quello di Chiara Poggi, dopo il terribile omicidio del 13 agosto del 2007. L’analisi dei sistemi informatici dell’omicida resta uno dei tanti punti controversi della vicenda di Garlasco, visto che l’allora studente della Bocconi raccontò di aver lavorato al computer quella mattina per redigere la tesi di laurea. Peccato però che i carabinieri di Vigevano, durante la prima perquisizione nella casa degli Stasi, accesero il pc eseguendo delle operazioni che ne compromisero il contenuto, cancellando delle tracce molto importanti.
Di fatto venne confermato che Alberto Stasi era al pc mentre la povera Chiara Poggi veniva ammazzata a Garlasco, ma il computer risultava essere fortemente compromesso da queste attività eseguite dai militari dell’arma. “Abbiamo cominciato ad analizzare il contenuto – spiega Daniele Occhietto – e ci siamo resi subito resi conto che quel pc non era integro, quel tipo di attività ha sostanzialmente stravolto il contenuto del computer”. E ancora: “Su quel pc vengono fatte un sacco di cose, aperti i documenti, il link della connessione internet, viene aperta la tesi, guardano il contenuto, cercando di capire se effettivamente fosse stato scritto qualche cosa”.
GARLASCO, I PERITI INFORMATICI: “PER IL RIS NON C’ERA L’ALIBI DI STASI SUL PC
Il perito aggiunge: “La prima risultanza che produce il Ris è, su quel computer non c’è quello che dice Stasi”, ma “I carabinieri hanno cancellato le tracce principali, quelle che compaiono al primo livello, cancellando i primi riferimenti all’alibi che Stasi aveva indicato”, un aspetto tutt’altro che secondario in una indagine per omicidio come quella di Garlasco. “Abbiamo proceduto ad una ricostruzione un po’ sofisticata che poi ha permesso di confermare l’alibi di Stasi nel dettaglio. se fossimo arrivato un po’ più tardì avremmo perso tutto”.
Ma cosa hanno fatto i carabinieri? “Prendono i file e li spostano da una parte all’altra, poi viene svuotato il cestino, non si sa perchè. Incompetenza? Probabilmente sì, queste operazioni sono state fatte senza lasciare alcune informazioni ai posteri, non è stata lasciata una catena di custodia in cui si legge che alle ore X è stata fatta questa operazione ecc, non è stato lasciato nulla”.
GARLASCO, I PERITI INFORMATICI: “UNO DEGLI EPISODI PIU’ BUI”
Secondo Occhietto: “Questa parte di storia credo che sia uno degli episodi più bui dal punto di vista di un procedimento. Errori voluti? E’ lecito domandarseli, è molto difficile comprendere se certe cose non sono state fatte per negligenza o in quel contesto un certo tipo di visione è stata portata avanti a discapito di altri”. Roberto Porta, l’altro perito, confermato di fatto quanto detto dal collega: “Sono stati fatti diversi errori, anche operazioni poco ortodosse sul pc: non me lo spiego. Con le loro procedure hanno cancellato tutta una serie di informazioni legate alla datazione dei file, che hanno compromesso di ricostruire con precisione quello che era successo. Bastava che il 14 quando era stato sequestrato il pc, venisse eseguita una copia forense, bastava sentire un esperto…”.
E ancora: “Tutti i reperti informatici hanno subito quell’attività, anche il pc di Chiara? Tutti, per 14-15 giorni il computer è stato utilizzato in lungo e in largo. Perchè svuotare il cestino? Operazione che non ha senso”, conclude. Chissà che con quelle operazioni, ovviamente si spera non volute, sia stato cancellato qualcosa di basilare dal computer di Alberto e Chiara, qualche dettaglio che magari avrebbe potuto far vedere la storia da un altro punto di vista, scagionando Stasi o magari smentendo il suo alibi: tutto è possibile ma ovviamente non lo sapremo mai.