Dopo giorni di illazioni, insinuazioni sulla sua vita privata e teorie alternative e suggestive sul delitto di Garlasco, i genitori di Chiara Poggi intervengono per difendere la memoria della figlia. Lo hanno fatto con un comunicato diffuso dai loro legali e con un intervento pubblico. In particolare, la mamma si è detta disgustata per ciò che è stato detto in televisione, insistendo sul fatto che la figlia fosse una ragazza pulita e semplice, senza misteri o relazioni segrete. Inoltre, ha condannato chi fa insinuazioni su una ragazza morta che non può difendersi. Infine, ha lanciato un appello al rispetto, affinché venga messa fine a questo accanimento mediatico, annunciando che la famiglia non tollererà ulteriori diffamazioni.
“È veramente disgustoso e squallido, non ho parole per definirlo“, ha dichiarato mamma Rita, che non si chiede neppure quale sia l’interesse nell’alimentare questa situazione, causando una “assillante campagna diffamatoria” tra media e social che non risparmiano Chiara Poggi. Non è escluso che nei prossimi giorni vengano intraprese azioni legali a difesa dell’onore e della dignità della vittima del delitto di Garlasco. L’auspicio è che le autorità diano il loro contributo per fermare le “reiterate condotte illecite“.
DELITTO DI GARLASCO, FAMIGLIA POGGI VS LE IENE
La famiglia Poggi – nel comunicato diffuso dagli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna – ha citato espressamente il programma Le Iene, in riferimento al servizio di ieri che “ha addirittura adombrato una presunta relazione sentimentale” della figlia “con un uomo adulto“, usando dichiarazioni di una persona morta che già all’epoca dei fatti erano considerate “del tutto false“. Furiosi per le teorie che stanno proliferando sul conto di loro figlia, i Poggi hanno anche smentito la questione del secondo cellulare.
DELITTO DI GARLASCO, “RISOLTO” IL GIALLO DEL SECONDO TELEFONINO
A tal riguardo, la trasmissione Ore 14, oltre a mandare in onda l’intervento dei genitori, ha ricostruito la questione dei cellulari di Chiara Poggi, spiegando che già nelle precedenti indagini era stato chiarito che l’altro cellulare, già prima del delitto di Garlasco, non risultava funzionante e non risultavano altre SIM intestate alla ragazza, alla sua famiglia o a eventuali prestanome.
“Chiara aveva due telefoni e due SIM. Un telefono vecchio e una SIM dismessa erano conservati nel cassetto di un comodino. Basta leggere le carte: il telefonino che si apre, a cui fa riferimento una testimone, smette di funzionare alle 18:04 del 3 marzo 2006 e viene sostituito dal telefonino poi trovato in casa. Questo chiude definitivamente l’ipotesi che Chiara avesse un secondo telefonino, a meno che qualcuno oggi non sia in grado di dire che c’era un terzo telefonino segreto, non secondo, con una SIM prepagata, visto che non risulta niente, che però l’assassino avrebbe portato via, visto che non è stato trovato“, la ricostruzione precisa del conduttore Milo Infante.