Il genetista Marco Capra, storico consulente della famiglia di Chiara Poggi, è stato intervistato stamane da Storie Italiane, per parlare dei numerosi aggiornamenti riguardanti la vicenda di Garlasco. In merito alla nuova impronta di Andrea Sempio trovata sul muro delle scale che portano alla taverna, dove è stato rinvenuto il corpo della ragazza, ha precisato: “Non stiamo parlando di dati scientifici in se ma stiamo parlando di valutazioni sui dati scientifici. Se ponete domande agli stessi scienziati probabilmente otterrete domande diverse. Restii ad accettare difformità sono i giudici e i giornalisti, abituati a parlare di prova scientifica fino a che poi non ci si scontra”.
“Adesso abbiamo questi nuovi elementi che andremo a valutare, nuovi elementi a contrasto con i precedenti che sono emersi da un’analisi di contraddittorio, queste sono della procura, avranno visto qualcosa di più rispetto agli altri, ma sono state viste nel chiuso del loro laboratorio e dovremo valutarli”.
“Se ci sono stati degli errori in precedenza – ha continuato il genetista Capra – questi errori forse non sono stati voluti o sono dovuti incapacità, e in quel caso chi è stato incapace verrà chiamato alle proprie responsabilità, è troppo comodo dire che è cambiato il mondo dopo i risultati nuovi.
Quindi vediamo bene nel concreto dopo di che andremo a capire. Io ho dato solo un’occhiata a questa relazione, sono 80 pagine, la novità dovrebbe essere questa impronta numero 33 attribuita ad Andrea Sempio, vedremo se potrà essere attribuita a Andrea Sempio se sarà vero e che impatto può avere sulla ricostruzione, io come biologo ho seguito la parte genetica forense e questa traccia non aveva mostrato la presenza di materiale ematico, ricordo che sono state trovate diverse impronte di un falegname che mesi prima aveva lavorato in casa, a testimonianza di quanto permangono le impronte.
Il colore rossastro è quello del reagente che esalta le impronte non visibili, quindi valuteremo noi siamo qui per valutare, se vogliono riaprire noi li valutiamo di nuovo, in Italia non abbiamo questi problemi, la mia attività la faccio ben volentieri, è tutto lavoro”.
DELITTO GARLASCO, CAPRA: “QUESTA IMPRONTA SI PUO’ ATTRIBUIRE A SEMPIO?”
Il genetista Capra ha aggiunto: “Il primo elemento è capire se possiamo attribuire questa impronta ma quello che secondo me è più importante è correlato agli altri dati emersi dall’accertamento. L’assassino è entrato in casa e ha commesso l’omicidio lasciando delle impronte per tutta la casa, ce ne sono visibili vicino alla porta a soffietto, poi vicino al bagno, ma anche nel salottino, nel corridoio e nella cucina. Non sono state osservate delle suole nei gradini che scendevano quindi questo ci fa pensare che l’assassino non è sceso giù, se no avrebbe lasciato delle tracce”.
E ancora: “Possiamo anche coinvolgere altre persone ma il problema è che lì c’è solo una traccia… adesso vogliamo fare entrare altre persone? E’ possibile tutto ma le impronte sono di un’unica persona e arrivano fino ad un certo punto. La perizia è stata fatto sulla base del narrato di Stasi testimone e lui che ha detto di essere sceso uno o due gradini, e scendendo uno o due gradini non avrebbe potuto vedere il corpo nella posizione di quiete”.
Il genetista Capra è ritornato sull’impronta di Sempio: “Vedendo che sotto vi è un’altra impronta identificata a suo tempo che era di Marco Poggi, amico di Sempio, quindi non mi sembra una ipotesi così peregrina che due amici che si frequentino lascino due impronte una in una posizione vicina all’altra e Marco Poggi quei giorni ricordiamo che era in vacanza in Trentino su una sua “possibile” innocenza”.
DELITTO GARLASCO, CAPRA: “L’ASSASSINIO SI SARA’ SPORCATO MOLTO…”
E ancora: “Quando si parla dell’assassino che ha compiuto questo efferato crimine doveva essere una persona dotata di una certa forza per poter trasportare il corpo e creare una frattura grande come una pallina da sangue, immaginatevi lo spargimento di sangue quindi è verosimile che l’assassino si sia sporcato. L’arma del delitto dovrebbe essere un oggetto con un manico corto, se fosse stato un attizzatoio gli schizzi di sangue sarebbero arrivati ad un’altezza fino a 3 metri, invece gli schizzi si fermano a 1,2 metri da terra”.
Sull’impronta 10 sulla porta: “E’ sempre una impronta non utilizzabile per attribuzione ma per esclusione, è in una posizione altamente significativa ma non ci dice chi è l’assassino, ricordiamo che su quella porta c’erano altre impronte. Oggi si sta mettendo in dubbio tutto quello che è stato fatto nel pieno contraddittorio delle parti 18 anni fa. Mi aspetto di arrivare ad una quadra fra un mesetto ma fra 18 anni potrebbe arrivare qualcuno che vorrà ribaltare tutto quanto perché la tecnologia sarà migliorata e quindi ci troveremo quando avrò 80 anni.
Ho cominciato a seguire questo caso quando non ne avevo neanche 40 anni e ora ne ho 58, ce lo porteremo ancora dietro a lungo. Noi ci mettiamo sempre l’impegno, siamo sempre stati aperti a qualsiasi analisi, approfondimento… verifichiamo tutti, io sono qui apposto e non ci si dica che non vogliamo approfondire, noi siamo qui per questo. Andiamo avanti ben volentieri”.
Il genetista ha poi commentato il clamore mediatico che sta accompagnando Garlasco di questi giorni: “Purtroppo queste notizie sono un po’ “di parte”, quindi si valutano solo in quel modo”, riferendosi ad esempio alla nuova testimone di ieri che si sarebbe presentata in procura per parlare della relazione, tutt’altra che idilliaca, fra Stefania Cappa e Chiara Poggi.
La morte della povera ragazza di Pavia ha catalizzato l’attenzione dei media in queste settimane, andando a volte ad oscurare altre inchieste molto seguite fino a poco tempo fa come ad esempio i casi di Liliana Resinovich e Pierina Paganelli.