Si apre con il giallo di Garlasco, stamane, il programma di Rai Uno Storie Italiane, e in studio era presente anche il giornalista, grande esperto di cronaca nera, Massimo Lugli. Lo stesso si è mostrato molto scettico nei confronti della nuova indagine su Garlasco e, soprattutto, degli indizi che stanno emergendo nelle ultime settimane contro Andrea Sempio, il nuovo indagato. Si parla, ad esempio, dell’impronta sul muro della taverna di Garlasco, dei bigliettini trovati nella sua abitazione durante la perquisizione, e di altre indiscrezioni di cui al momento non si capisce se siano fondate o meno.
“Abbiamo pochissima roba, ogni elemento finisce per sgonfiarsi – racconta il giornalista in diretta tv – Il bigliettino che hanno trovato in casa sua (su cui Andrea Sempio avrebbe scritto ‘ho commesso cose orribili’, ndr)… se qualcuno va a ravanare nel mio computer può trovare tante cose. Io vorrei vedere il contesto: sembra che lui abbia scritto delle riflessioni. Mettiamo caso che magari non creda che Alberto Stasi sia colpevole, e lo abbia espresso attraverso i suoi scritti e disegni”.
DELITTO DI GARLASCO, LUGLI: “QUELLA TESTA DEL MARTELLO…”
Sul presunto malore durante l’interrogatorio del 2008 ha aggiunto: “Si è sentito male nel 2008? Ma vorrei vedere chiunque sotto indagine come lui! Io ho subito un interrogatorio, e vi giuro che non è facile”. E ancora: “L’impronta trovata sul muro può essere stata lasciata anche diversi mesi prima, le impronte restano a lungo”.
Sulle famose telefonate a Chiara Poggi prima dell’omicidio: “Le telefonate a Chiara in quei giorni? Nella precedente indagine gli credevano, ora non gli credono più?”. Massimo Lugli ha poi commentato anche la recente testimonianza raccolta da Le Iene, secondo cui un uomo avrebbe visto una ragazza buttare un borsone pieno di oggetti nel canale di Tromello, recentemente dragato: “Questo super testimone vede una ragazza che butta un borsone di roba, ma non sulla scena del delitto: lo vede quattro ore più tardi. Mettiamo che non c’entri nulla, alcune persone dicono che lì si butta di tutto”.
DELITTO DI GARLASCO, LUGLI: “QUELLA TESTA DEL MARTELLO…”
E ancora: “Adesso, che riescano a stabilire se questa testa di martello sia compatibile… sappiamo che non si tratta di un oggetto con manico lungo, può essere qualsiasi cosa. Poi, perché buttare tanta roba insieme? Sono tutte domande a cui non riusciamo a dare un collegamento logico. Se ci fosse una traccia di DNA o di sangue… ma gli esperti dicono che è impossibile: dopo 18 anni di limo è impensabile. Addirittura sembra che si sia disciolto il manico, quindi perché staccare la testa dal manico?”
Il pensiero di Massimo Lugli appare, senza dubbio, condivisibile: la sensazione è che ogni notizia circolante venga definita “clamorosa”, una “bomba”, ma di concreto sembrerebbe esserci davvero poco. Secondo l’avvocato di Alberto Stasi, Antonio De Rensis, non sono comunque da escludere nuove sorprese: vedremo cosa emergerà nei prossimi giorni.