La diretta odierna di UnoMattina Estate si è tornata a occupare nuovamente del delitto di Garlasco, che ultimamente occupa stabilmente una posizione in primissimo piano sulle pagine di cronaca, tra notizie più o meno vere, tantissime voci di corridoio e quello che gli stessi genitori della vittima, Chiara Poggi, hanno definito un tentativo di “infangare la memoria di nostra figlia” con illazioni e ipotesi che, dal conto loro, sono del tutto false: l’unica reale e concreta certezza che abbiamo su Garlasco è che attualmente la Procura di Pavia sta indagando sulla figura di Andrea Sempio; mentre l’unico effettivo – almeno, per ora – condannato resta l’ex fidanzato della vittima, Alberto Stasi.
Soffermandoci proprio sulle apparenti certezze che abbiamo sulla posizione di Andrea Sempio, è utile ricordare che la nuova indagine su Garlasco è legata a una consulenza su una traccia di DNA trovata sotto le unghie di Chiara Poggi, collegata proprio al nuovo indagato, poi corredata anche dai dubbi sull’impronta 33 sul muro; mentre, a livello di indagini cosiddette “tradizionali”, i maggiori dubbi sarebbero legati a una misteriosa serie di tre telefonate che Sempio fece a casa Poggi proprio in quei giorni dell’estate del 2007 e al suo alibi, che lo collocherebbe a Vigevano, in un orario tuttavia incoerente con il delitto di Garlasco.
Delitto Garlasco, Angela Taccia: “Ecco perché le prove contro Andrea Sempio non reggono”
Proprio attorno a questi elementi si è concentrata la dottoressa Angela Taccia, legale di Andrea Sempio, intervistata sulle novità su Garlasco da UnoMattina Estate: il primo punto che la legale ci ha tenuto a chiarire è che “quella che ha depositato la procura è una consulenza di parte che va ancora accertata in contraddittorio”, precisando che, in ogni caso, le unghie di Chiara Poggi sono state ormai “sciolte dal dottor Di Stefano per studiarle” e non sono più disponibili fisicamente.
Un punto, quest’ultimo, particolarmente importante, dato che – spiega la dottoressa Taccia – “nell’incidente probatorio partiremo dalle analisi” del dottor Di Stefano, che in nessun caso parlano di “compatibilità” con il nuovo indagato per Garlasco, fermo restando che, ad ora, “dobbiamo ancora accertare se quel DNA sia effettivamente comparabile”; mentre, sulle telefonate, la legale ricorda che “la prima fu un errore” legato al fatto che “aveva memorizzato nel cellulare i due numeri come ‘Poggi casa’ e ‘Poggi cell’”, mentre nella seconda chiese “a Chiara se ci fosse Marco [Poggi]” e nella terza chiese “quando sarebbe tornato”.