Nella giornata di ieri, l’avvocato Gian Luigi Tizzoni – legale della famiglia di Chiara Poggi – è stato ospitato nello studio di Pomeriggio 5 a due passi dall’ormai nota ispezione effettuata poco prima dai Ris di Cagliari nella villetta di Garlasco teatro dell’omicidio della povera studentessa: ispezione durante la quale sappiamo per certo che gli inquirenti hanno ricostruito l’intera scena del delitto in 3D per procedere poi a nuove analisi che potrebbero dimostrare una dinamica omicidiaria differente da quelle ricostruita nei primi processi sul delitto Garlasco; mentre per ora ovviamente non sappiamo che esiti potranno effettivamente dare i dati raccolti ieri.
Sull’ispezione – così come su tutti gli altri aspetti delicati sulla nuova inchiesta su Garlasco – vige un completo ed assoluto riserbo da parte degli inquirenti, ma al contempo il padre di Chiara Poggi ha spiegato a Pomeriggio 5 che le analisi si sono concentrate tra la porta d’ingresso e la porta della scala del seminterrato: proprio su quel tratto si sarebbe consumato l’intero omicidio e su quelle scale fu trovato il corpo della studentessa; mentre sempre nei pressi della porta del seminterrato si trova anche la famose impronta 33 attribuibile – ma ancora senza conferme – ad Andrea Sempio, nuovo indagato per il delitto Garlasco.
Delitto Garlasco, l’avvocato Tizzoni: “La nuova indagine confermerà le responsabilità di Stasi”
Entrando subito nel merito dell’ispezione nella villetta di Garlasco, l’avvocato Tizzoni ha spiegato su Canale 5 che la famiglia Poggi è stata completamente disponibile ad aprire le porte della loro abitazione al punto che “questa iniziativa era stata pacificamente concordata con la Procura di Pavia”, lamentando tuttavia il fatto che “era stata richiesta e garantita una certa riservatezza che non c’è stata“, così come non sarebbe mai neppure stata inviata la “notifica del decreto”.
Complessivamente, in ogni caso la famiglia Poggi – spiega sempre l’avvocato Tizzoni – non ha opposto nessuna resistenza e sembra nutrire la fiducia che “la scienza possa dare risposte, soprattutto riguardo all’impronta 33”, confermando per l’ennesima volta “la responsabilità di Stasi”; mentre il punto critico per i familiari della vittima di Garlasco restano tutte le sempre più numerose voci su “piste alternative, amanti che non esistono e il santuario della Bozzola“.
Parlando, infine, dell’impronta 33, il dottor Tizzoni ci tiene a ricordare che “i Ris esclusero in maniera netta la presenza di sangue già nel 2007″ in occasione della prima indagine sul delitto Garlasco, spiegando che non sarebbe altro se non “l’impronta di una persona che frequentava la casa” e che nulla c’entra con l’omicidio; peraltro ricordando che l’unica traccia di scarpa trovata nella medesima area “è quella 42 Frau di Stasi, sporca di sangue”.