La Legge non sempre ammette il demansionamento del pubblico impiego, anzi, sono più i casi di violazioni di diritti e illeciti.
In certi casi, il demansionamento nel pubblico impiego può configurarsi come un illecito commesso dal datore di lavoro. Si tratta nello specifico, di quelle situazioni che avvengono ripetutamente e in maniera “sistematica”.
Ad averlo specificato è stata la Cassazione con una sentenza che si è tenuta l’8 maggio di quest’anno, ricordando che un dipendente nel settore pubblico può ricorrere a mansioni “più inferiori rispetto al suo ruolo”, ma a patto che siano task rari e con carattere di urgenza.
Il caso del demansionamento nel pubblico impiego

La Cassazione si è espressa nell’ultima sentenza relativamente al demansionamento nel pubblico impiego prendendo in causa un’infermiera a cui era stato chiesto – continuamente – di svolgere delle mansioni ricopribili dagli operatori sociosanitari.
Per l’organo giurisdizionale è indispensabile che prima di tutto, sia il datore di lavoro a rispettare i compiti e la professionalità principe di ciascun dipendente. In secondo luogo, spetta alla risorsa (a patto che abbia svolto ogni suo principale compito) concedere un aiuto aggiuntivo nel rispetto e nell’utilità pubblica e lavorativa.
Le riforme delle P.A esistono, e quelle in vigore devono esser rispettate non solo dai lavoratori, ma soprattutto dai datori di lavoro, dai responsabili e come nel caso di un ospedale anche dai capo reparto.
Limiti sulle mansioni inferiori
Concettualmente, un lavoratore – per Legge – potrebbe svolgere delle mansioni inferiori rispetto alla sua preparazione, a patto che soddisfi due condizioni: l’inerenza con il settore (l’infermiera potrebbe occuparsi di alcune attività da operatore sociosanitari in quanto in entrambi i casi di tratta di salute), ed esigenze strutturali.
Il secondo caso implica che un datore di lavoro in estrema urgenza, perché manca del personale oppure per alcune necessità operative e strategiche, potrebbe ricorrere al demansionamento ma soltanto “eccezionalmente”.
Attenzione infine a non rispettare ambe le richieste imposte dalla Legge, pena il rischio (per il datore), di commettere un illecito e dover pagare le conseguenze di un demansionamento avvenuto nel pubblico impiego in modo ingiusto e privo di diritti.
