Denise Pipitone, su nave Tunisi “zero controlli”/ “Nome bimba mischiato con arabo”
Denise Pipitone, sulla motonave per la Tunisia nel 2004 si facevano i dovuti controlli sui minori? Spuntano versioni contrastanti

Sul caso Denise Pipitone, nel corso della puntata di “Storie Italiane” andata in onda oggi, martedì 21 settembre 2021, sono state raccolte due testimonianze esclusive da parte delle inviate Carla Lombardi e Maria Grazia Sarrocco. In particolare, la trasmissione di Rai Uno condotta da Eleonora Daniele sta conducendo un approfondimento di carattere giornalistico circa la pista tunisina legata alla motonave “Donatella D’Abundo“, che svolgeva viaggi da Trapani alla volta dell’Africa Settentrionale proprio negli anni della sparizione della piccola di Mazara del Vallo.
Dapprima, è stato rintracciato il figlio dei due tunisini che si presume potessero essere sull’imbarcazione quel 2 settembre 2004 con una bambina (S.S.) le cui generalità e il cui codice fiscale non sono corrette. Il giovane, che lavora al porto, ha asserito che i suoi genitori non erano su quella barca: “A quei tempi mio papà lavorava in mare, mia mamma era sola in Sicilia. Non siamo mai andati in Tunisia a settembre, sempre all’inizio di agosto. Quel nome della bambina, inoltre, è sbagliato, S.S. è mischiato tra arabo e italiano. Mia sorella potrebbe essere Denise? No, lei è nata nel 1994, ha 26 anni. È molto ,molto più grande di Denise”.
DENISE PIPITONE E LA PISTA TUNISINA: PARLA IL SECONDO TESTIMONE
Il giovane ha poi concluso dicendo che “non si scherza quando si parte per la Tunisia: ci sono documenti, ci sono controlli. Su quella nave i miei genitori non c’erano, quel giorno. Sono partiti per la Tunisia solo dopo il fermo pesca e, per giunta, con l’aereo. Mia mamma oggi ha 65 anni, non si può ricordare le cose dal 2004. Se avessimo saputo qualcosa, avremmo sicuramente aiutato questa povera mamma (Piera Maggio, ndr) che sta cercando questa bimba da tanti anni e, puntualmente, escono solo bugie”.
Maria Grazia Sarrocco ha però rintracciato un secondo testimone, che lavora da tanto tempo sulle navi, il quale ha parzialmente smentito la versione del ragazzo: “Nel 2004 non c’erano molti controlli rispetto a ora. Diciamo che era più facile rispetto ad oggi fare salire a bordo un minore. Non venivano richiesti documenti, niente. Dal 2012 inseriamo nome e cognome su tutti i biglietti, prima invece non lo facevamo mai”.
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