Grande imbarazzo in Argentina, a seguito di una videoconferenza “piccante”, una seduta virtuale della Camera dei deputati albiceleste. Mentre gli uomini al centro del potere locale discutevano di un argomento importante, leggasi le misure di protezione del sistema pensionistico nazionale, il deputato Juan Ameri si coccolava la sua donna. Egli è stato infatti protagonista di un vero e proprio momento a luci rosse quando, prendendo in braccio la sua dolce metà, ha iniziato ad amoreggiare con lei, per poi baciarle il seno. Probabilmente Ameri pensava di non essere inquadrato, ma in realtà lo stesso era in bella mostra su uno schermo gigantesco. E così che mentre un collega, l’onorevole Carlos Heller, cercava di illustrare quali progetti avesse in mente il governo sulle pensioni, Ameri si dedicava alla sua compagna. Un episodio che, come preventivabile, è divenuto nel giro di poco tempo virale, suscitando accese polemiche, e arrivando anche in Italia.
ARGENTINA, BACIA SENO COMPAGNA DURANTE VIDEOCONFERENZA: LE SCUSE DEL DEPUTATO
Visto il clamore suscitato dal filmato, Ameri ha deciso di fare un passo indietro, rassegnando le proprie dimissioni: “Non ho avuto in alcun modo l’intenzione di mancare di rispetto a questa onorevole Camera e ai miei colleghi deputati e deputate o al popolo di Salta che mi ha eletto. Cosciente della responsabilità che la mia carica rappresenta, pongo a disposizione la mia rinuncia come deputato nazionale”. Ameri ha aggiuntio di aver compiuto un “gesto di affetto” nei confronti della sua dolce metà, credendo che in quel momento la connessione internet fosse interrotta, e il suo filmato non fosse pubblico. La notizia è stata segnalata dall’agenzia di stampa Telam, e racconta d come il presidente della Camera, Sergio Massa, decisamente scioccato per l’accaduto, abbia contattato subito dopo il siparietto hot, i leader politici e persino il presidente argentino Alberto Fernandez. Una scena memorabile che resterà nella memoria degli argentini però un bel po’, così come molti altri siparietti divertenti a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi durante le videoconferenze “obbligate” dal lockdown.