Gli operatori del settore sono preoccupati che i derivati crypto possano rivelarsi altamente rischiosi, come è già accaduto in passato con i cosiddetti titoli subordinati, comportando ingenti perdite finanziarie a causa del fallimento degli istituti bancari.
Lo stesso – secondo alcune associazioni a difesa dei consumatori – potrebbe verificarsi con le attività sui Bitcoin, che hanno già visto una introduzione di massa di strumenti finanziari come i contratti futures.
Preoccupazioni sui derivati crypto
Le autorità di vigilanza e le associazioni dei consumatori, come la Consob, sono preoccupate dai rischi dei derivati crypto. In particolar modo il presidente Paolo Savona e Federico Cornelli (commissario) ribadiscono le possibili conseguenze su investimenti di questo tipo.
All’interno dell’Unione Europea, sempre secondo gli operatori, il rischio è ancor più allarmante per via del meccanismo del passaporto europeo, che consente a qualunque intermediario autorizzato di proporre strumenti finanziari anche altamente volatili in altri Stati membri.
Bankitalia ha evidenziato come gli investimenti in criptomonete – in pochissimi anni – abbiano raggiunto un gran numero di capitalizzazioni, posizionandosi al secondo posto dopo i titoli di Stato. Per la Banca d’Italia la preoccupazione più grande sarebbe l’inesperienza di chi investe in operazioni così “delicate e di difficile comprensione”.
Investimenti sotto i riflettori
Sulla vicenda è intervenuto il nuovo Presidente della Securities and Exchange Commission (SEC) degli USA, Paul S. Atkins, il quale ha previsto una task force prioritaria sulle cripto-attività, proponendo di stilare un regolamento univoco per stabilire le condizioni sugli scambi, sulla detenzione, acquisto e vendita delle criptomonete.
Atkins fa dunque forza al concetto ribadito da Consob e Banca d’Italia, che al contempo hanno inserito gli investimenti sulle crypto come categoria economica da attenzionare minuziosamente e valutare l’andamento tra i risparmiatori privati.
Nel frattempo il Financial Times ha annunciato che gli Stati Uniti d’America sono pronti a mettere un freno alla leva finanziaria, così da valutare l’eventuale livello di indebitamento di ciascun risparmiatore.