È passato un anno da quella terribile e ancora misteriosa notte tra il 18 e il 19 ottobre, ovvero quando la 16enne Desirée Mariottini scomparve nei meandri del quartiere San Lorenzo di Roma: la giovanissima di Cisterna di Latina fu trovata morta la mattina dopo in uno stabile in disuso in via dei Lucani, uccisa da un mix di droghe e vittima di abusi sessuali. Nel pieno della movida romana ma anche nell’incubo dello spaccio e delle violenze brutali, la fine di quella povera ragazza si “riaccende” oggi dopo la notizia che 4 indagati per quella morte orrenda sono stati rinviati a giudizio e dunque si arriverà a processo per la morte della giovane in San Lorenzo. Le quattro persone, tutti nigeriani (Alinno Chima, Mamadou Gara, detto Paco, il ghanese Yusef Salia e il senegalese Brian Minthe) sono accusate di omicidio volontario e violenza sessuale di gruppo e cessione e somministrazione di droghe a minori. Come stabilito dall’accusa, Desirée Mariottini è stata prima convinta a seguire i nigeriani, poi drogata per renderla del tutto inerte e infine violentata più volte anche da non cosciente. La ragazza però è morta nel durante degli stupri anche a causa della troppa indifferenza di chi in quelle ore di sua agonia, era presente e non fece nulla per soccorrerla.
PROCESSO MORTE DESIRÉE MARIOTTINI: LA REAZIONE DELLA NONNA
Lo scorso inizio ottobre è stato fissato l’incidente probatorio che ha fatto luce sulle minacce che alcuni spacciatori avrebbero fatto su diversi testimoni per intimarli e ricattarli qualora avessero raccontato ulteriormente a processo quanto visto in quelle ore ignobili in cui Desirée Mariottini veniva drogata, stuprata e di fatto uccisa. Il locale dove Desirée fu trovata morta, secondo la procura, fu frequentato dalla ragazza per quasi due settimane. Proprio lì si sarebbe procurata la droga e sempre qui la consumava: quando si sentì male però, nessuno allertò i soccorsi. Ora il processo per i diversi reati e gradi di accusa prenderà inizio il 4 dicembre prossimo davanti alla terza Corte d’Assise del tribunale di Roma: come riporta l’Agi, il processo Mariottini sarà celebrato nell’aula bunker di Rebibbia con i 4 indagati e accusati. Oltre ad alcune testimonianze, ad incastrare i 4 africani sono state presentate prove e tracce del Dna trovate dagli investigatori sul corpo della ragazza; commentando l’inizio del processo avviato, la nonna della ragazza non si dà pace ugualmente e distrutta spiega ai colleghi del Quotidiano.net, «Il nostro dolore non si potrà mai calmare. Nessuna sentenza ci restituirà mai la nostra Desirée».