“Riuscite ad immaginare come sia vivere totalmente paralizzati? Senza riuscire a respirare se non grazie al respiratore?” A chiederlo è Diana Mary Blacker, la moglie di Robin Cavendish, l’uomo la cui storia ha ispirato il film “Ogni tuo respiro“. In un’intervista rilasciata ai microfoni di Bim Distribuzione, in occasione dell’uscita del film (risalente al 2017), sia la donna che il figlio Jonathan Cavendish hanno raccontato alcuni retroscena tratti dalla vita di Robin.
In particolare, il figlio ha rivelato “Ogni tuo respiro è la storia dei miei genitori e, di conseguenza, sulla mia storia. – ha esordito – Si sono incontrati e si sono innamorati quando avevano 20 anni. Tutto era rose e fiori, bellissimo e meraviglioso. Poi un giorno mio padre iniziò a sentirsi male.”
Robin Cavendish, le rivelazioni della moglie Diana e del figlio Jonathan
Robin Cavendish scoprì dunque di avere una grave malattia, come raccontato da suo figlio Jonathan: “Contrasse una grave forma di poliomelite. Fu sottoposto a tracheotomia e attaccato ad una macchina per respirare. Gli diedero non piò di qualche settimana o di mese di vita. Era molto depresso, chiedeva a chiunque di staccare la macchina, visto che non poteva fare nulla da solo”.
Eppure, in qualche modo, riuscì a salvarsi. Diana, la moglie di Robin, ha svelato qual è stata l’ancora di salvezza di suo marito: “Il suo grande pregio era quello di essere una persona molto estroversa. Amava stare fra la gente. Quindi, nel giro di tre anni dall’inizio della malattia, era completamente guarito.Mentalmente, non fisicamente ovviamente.”