In Argentina è arrivata la condanna definitiva a sei anni di reclusione per l'ex Presidente Cristina Fernandez de Kirchner
Nella serata di martedì, con una decisione che potremo definire storica, la Corte Suprema di Giustizia argentina ha confermato, con voto unanime, la condanna dell’ex Presidente Cristina Fernandez de Kirchner a sei anni di reclusione. L’attuale Presidente del Partito Giustizialista (in pratica del peronismo) argentino non potrà quindi partecipare per il resto della sua vita a elezioni e coprire incarichi a livello politico.
La condanna attualmente convalidata si riferisce a una delle tante cause processuali che investono gli anni del potere kirchnerista: quella denominata della “viabilità”, dove negli anni del loro potere politico 3 miliardi e mezzo di dollari di contratti per opere pubbliche vennero dirottati nelle casse di varie imprese gestite da Lazaro Baez, un ex impiegato di banca molto amico dei Kirchner e loro socio nelle società inquisite.
In pratica gli stanziamenti dello Stato arrivavano in tempi record, ma le opere (quando venivano costruite perché molte non furono mai iniziate) risultavano incomplete o erano mal fatte, provocando un danno enorme al Paese ma arricchendo le casse di famiglia in una delle tante operazioni che, secondo i dati forniti dallo scomparso Alfredo Propitkin, per anni Presidente dell’Associazione dei revisori dei conti e anche membro dell’anticorruzione argentina, hanno nel corso degli anni provocato una corruzione valutata in circa 30 miliardi di dollari: la più grande mai registrata nel Paese.
Quella della viabilità costituisce la prima causa che, finalmente, dopo un’attesa di anni dovuta al protezionismo giudiziario di una giustizia legata al potere, arriva finalmente a una sentenza definitiva. E il 6 novembre inizierà un altro dei tanti processi che l’attendono: quello sulla copertura fornita all’Iran nell’organizzazione dell’attentato alla mutua Società Ebraica AMIA, compiuto il 18 luglio del 1984 a Buenos Aires da militanti terroristici e che causò più di 80 morti e oltre 300 feriti.
La settimana successiva inizierà anche il processo per quella che viene definita “la causa dei quaderni”, basata sugli scritti, poi confermati nei fatti, di un autista di un Ministro, dove la Kirchner è considerata il capo di un’associazione illecita che ha generato tangenti per 250 milioni di dollari, secondo quanto dichiarato dal giornalista del quotidiano Clarin, Daniel Santoro, che nelle sue inchieste ha scoperto diversi illeciti, testimoniati da diversi articoli poi diventati libri di successo e da noi intervistato nel corso di questi anni, così come il suo collega Diego Cabot, del quotidiano La Nacion, che di fatto ha sollevato il coperchio sulla causa dei quaderni.
La notizia ha avuto una diffusione mondiale e ha fatto nascere in parte degli argentini la speranza di essere finalmente arrivati a una vera lotta alla corruzione: ma al contrario degli italiani che nel corso della famosa indagine Mani Pulite scesero in piazza a celebrare lo storico evento e il successo nella causa contro le tangenti, nel Paese sudamericano ci sono state dimostrazioni che in pratica hanno riguardato diversi punti della nazione in difesa della condannata che, da tempo (aspettandosi un finale ritardato di anni), si è posta come vittima, nonostante le inconfutabili prove a suo carico, invocando una sua funzione nel combattere la povertà mal considerata dal potere politico attuale.
Una vera e propria bufala, supportata però da masse di persone che per anni hanno beneficiato di sussidi a gogò e di favori nel mondo del lavoro in cambio del voto. Ma non solo: in questi anni è anche sorta una vera e propria favola chiamata “lawfare”, alimentata da Governi corrotti e anche sostenuta involontariamente dal defunto papa Francesco, che poi ha smentito il suo presunto appoggio all’attuale condannata.
Altra cosa che ha quasi del comico è che nel nostro Paese la Kirchner viene vista come un personaggio appartenente al peronismo, però collocata a sinistra, come tutto il movimento creato dal Generale Peron. Lo ha anche sottolineato l’attuale Segretaria del Pd, che nel corso delle ultime elezioni appoggiò apertamente all’ex ministro dell’Economia del Governo (Peronista) del disastroso Alberto Fernandez: quel Sergio Massa che stava per provocare la più grande crisi economica argentina, per fortuna poi evitata dagli interventi del Presidente Javier Milei.
Il peronismo è, come da tempo sosteniamo mostrando prove storiche contundenti, il figlio più perfetto del fascismo italiano che nel corso di soli 6 anni al potere ha svuotato le riserve auree del Paese e che è stato il protagonista dei paurosi anni ’70 dando inizio al fenomeno dei “desaparecidos”.
Ora vedremo se quanto accaduto con la decisione della Corte di Giustizia avrà il seguito che gran parte degli argentini sperano per poter finalmente godere di un futuro degno delle ricchezze di una nazione costruita anche su un’immigrazione italiana che, dopo quella in Brasile, è la più numerosa al mondo.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.