Mercoledì scorso, nel corso di una manifestazione organizzata dai pensionati che, purtroppo da anni, continuano a soffrire una crisi profondissima con emolumenti da fame e Governi che non fanno nulla per aiutarli se non con manovre di cifre elargite a mo’ di elemosina ogni tanto, ai manifestanti si sono uniti gruppi di “barrabravas”.
Si tratta di tifosi ultrà di varie squadre di calcio, che hanno trasformato la legittima protesta in una giornata di violenze inaudite che in pratica, come nel 2017 durante il Governo di Mauricio Macri, hanno investito il centro di Buenos Aires non solo con lanci di pietre nei confronti delle forze dell’ordine, ma anche con incendi appiccati a cassonetti dell’immondizia e ad auto parcheggiate ai lati delle strade.
Contemporaneamente, proprio come nel 2017, all’interno del Congreso de la Nacion sono scoppiati tumulti gravi che subito, come nel precedente caso, hanno fatto pensare a una connessione con gli eventi esterni e quindi a un tentativo di far saltare un Governo che, pur con tutti i suoi difetti, non solo ha ottenuto risultati notevoli nell’abbassamento dell’inflazione, ma anche la caduta della povertà dal 51% al 37% e una rivalutazione del potere di acquisto dei salari che nel mese di febbraio ha raggiunto il 5% e continua a progredire.
Purtroppo le cause di questi tragici fatti si possono riassumere nel principio che vede il peronismo usare la violenza ogni qual volta che il potere non sia nelle loro mani e allo stesso tempo utilizzare lo stesso mezzo per reprimere le proteste quando i Governi sono loro.
Le testimonianze di questa estrema sofferenza alla democrazia e ai valori repubblicani sono molteplici e abbondano pure questa volta, visto che le centinaia di ultras che hanno messo Buenos Aires a ferro e fuoco sono stati trasportati sui luoghi degli incidenti con autobus noleggiati da organizzazioni peroniste e kirchneriste della Provincia e che alcuni gruppi di facinorosi riconducibili all’estrema sinistra disponevano di documenti che elencavano le istruzioni da seguire per accendere le rivolte.
Ma ovviamente tutto è legittimo per rovesciare un Governo democraticamente eletto e la colpa degli incidenti viene fatta ricadere sulle forze dell’ordine al punto di “costruire” materiale per testimoniare ciò e diffondere questa teoria ai mezzi di informazione: come nel caso di un video dove si vede un’anziana, di fronte a un gendarme, cadere all’indietro e sbattere la testa ferendosi abbastanza gravemente.
Da questo spezzone sembrerebbe vittima di un attacco di un gendarme, ma guardando il video completo si nota come l’anziana cercasse di colpire con il suo bastone l’agente che alzava le braccia incrociandole per difendersi dal fendente che però, per vibrazione all’opposto, faceva cadere l’anziana al suolo.
Mercoledì prossimo ci sarà un’altra manifestazione di pensionati e già il movimento perokirchnersita ha annunciato il ripetersi delle violenze: la cosa quasi ridicola è che questa estrema difesa degli anziani nelle loro pessime condizioni di vita è stata lo strumento per organizzare la caduta del Governo attuale e anche quello di Macri nel 2017, proprio mentre quest’ultimo stava votando un’adeguamento delle pensioni all’inflazione, cosa che poi nel corso degli anni le avrebbe viste raggiungere livelli consoni a una vita degna. E fu Cristina Kirchner che nel suo secondo Governo bloccò cancellandolo il progetto dell’82% mobile sugli emolumenti pensionistici.
Questi fatti provano l’uso che un certo potere politico fa delle classi più deboli per sovvertire le istituzioni attraverso l’uso della violenza che, questa volta, ha provocato feriti anche gravi sia nei “manifestanti” che nelle forze dell’ordine e, come ripetiamo, non è stato l’unico mezzo adottato.
Il Governo di Raul Alfonsin, il primo dopo la cruenta dittatura militare degli anni ’70, venne rovesciato da ondate di scioperi generali che i sindacati peronisti organizzarono e così quello del radicale De la Rua nel fatidico 2001, dove nell’arco di breve tempo si alternarono diversi Presidenti fino ad arrivare all’elezione di Nestor Kirchner nel 2003.
Ora Javier Milei nei suoi discorsi dopo i tragici fatti di mercoledì scorso ha ribadito che utilizzerà la forza per opporsi alla violenza dei manifestanti: discorso che ha quasi entusiasmato sia Cristina Kirchner che il Governatore della disastrosa Provincia di Buenos Aires Axel Kiciloff che, insieme a parte delle dirigenze sindacali, mettono benzina al fuoco per sovvertire la situazione politica attraverso la violenza. E questo dimostra ancora una volta il principio che enunciamo da anni: il peronismo è il figlio più somigliante al fascismo mussoliniano apparso nel mondo. E come tale non è capace di rispettare i valori democratici, costi quel che costi.
Purtroppo i 130 manifestanti arrestati per i disordini attuali sono stati immediatamente liberati da un magistrato kirchnerista adducendo ragioni estremamente discutibili e questo riflette la mancanza di un sistema legislativo efficace per reprimere le violenze.
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