DIARIO ARGENTINA/ Gli scandali e la “stamperia” fanno temere il default

- Arturo Illia

L'Argentina, oltre al coronavirus, deve affrontare le difficoltà legate ai suoi conti pubblici e le decisioni prese non sembrano promettere bene

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Pur se culla della metafisica e patria del suo più grande esponente, Jorge Luis Borges, in Argentina sembrava impossibile fare peggio di venerdì scorso, quando in piena quarantena 8 milioni di persone tra pensionati e poveri hanno fatto la fila davanti alle banche per incassare i propri emolumenti, con una decisione di una superficialità pazzesca che in nessun Paese civile sarebbe passata senza conseguenze (specie a seguito degli esempi di Italia e Spagna sugli assembramenti di massa che alla fine hanno fatto esplodere la pandemia) e che il Presidente Fernandez ha giustificato con un comico “Nessuno si aspettava una simile presenza davanti agli Istituti”, frase che ha fatto sorgere molti dubbi sul fatto che lui sia Presidente di una nazione che dimostra ancora una volta di non conoscere.

Pareva impossibile poter superare una situazione tragica come quella descritta, ma nell’Argentina di oggi non esiste nessun limite all’immaginazione, anzi, la realtà la supera abbondantemente. Ed ecco che si viene a sapere che le licitazioni che dovevano servire al Governo per acquistare generi alimentari da distribuire alle classi più povere sono state aggiudicate a fornitori che hanno venduto i loro prodotti con rincari di oltre il 150% sui prezzi all’ingrosso. In poche parole un pacchetto di pasta che in un supermercato si vende a 40 pesos e all’ingrosso 30 è stato pagato 85 e via dicendo. Ma non solo, l’entità mutua di salute dei pensionati ha acquistato alcool in gel a prezzi stellari e bicchieri riciclabili a oltre il 150% del prezzo all’ingrosso. Tutto questo mentre iniziano a sorgere molti dubbi sull’entità dell’infezione covid-19 nel Paese, con dati insignificanti o quasi (1.975 infettati con 83 morti) frutto anche della bassissima percentuale di controlli eseguiti.

La quarantena continua con accenti trionfalistici di un Governo che (come i mezzi di informazione) ha già dimenticato le sue malefatte: il termine del 13 aprile è stato portato al 24 e le restrizioni vengono applicate nelle varie province in maniera direttamente proporzionale ai contagi.

A ogni modo in un Paese già in pieno default la situazione economica rischia di portare a conseguenze tragiche. Fatto comune ai Paesi infettati nel mondo, ma che qui diventa tragedia : la prossima settimana si chiederà un sostanziale taglio del debito contratto con il Fmi (che pare però non essere così disposto) come pure ai detentori dei bond statali, che già hanno fatto sapere di non poter fare nessuno sconto e sono pronti a iniziare cause internazionali contro lo Stato. Un’entità che ha preso la decisione, già largamente annunciata, di stampare banconote a più non posso: ben 130 miliardi di pesos in tagli da 1.000 per ogni biglietto giacciono nelle casse della Banca centrale pronti ad essere immessi sul mercato. Con le tragiche conseguenze di manovra del genere in un’economia che ancor prima di essere bloccata dal covid-19 versava in coma per la decisione di chiudersi al mercato internazionale vista l’impossibilità di esportare capitali. Insomma, il tragico 2001 potrà sembrare una festa rispetto alla situazione attuale.

Finalmente però gli argentini hanno iniziato a capire quello che prima non gli era entrato in testa: che se Alberto Fernandez è il Presidente della nazione il potere è gestito da Cristina Kirchner, che sebbene non parli a livello mediatico agisce in maniera dispotica e totalitarista (com’è nello stile kirchnerista e peronista d’altronde). I titolari delle responsabilità sulla corruzione attuale (tipica del kirchnerismo) sono stati solo allontanati dai loro incarichi. Incredibile poi la mancata reazione di movimenti sia sociali che di “diritti umani” di fronte ai fatti avvenuti, con un silenzio talmente assordante da far capire anche il più ignorante in materia che sono da molti anni gruppi che si sono prostituiti al potere politico kirchnerista, mantenuti dallo stesso e purtroppo pure dall’ex Presidente Macri che sebbene avesse capito i loro “nobili” ideali non aveva proceduto a sistemare le cose, per paura di perdere il potere.

Perché è chiaro che se l’ex Presidente avesse per caso vinto le elezioni oggi si troverebbe con una rivoluzione violenta nei suoi confronti per “impoverire il Paese e uccidere i pensionati e i poveri”…, cosa invece perdonata all’attuale potere.

C’è davvero da pregare affinché non si ripeta in Argentina lo scoppio dell’infezione da coronavirus come già si è registrato negli Usa, in Italia e Spagna, perché pure se lo facesse in percentuale minore a quella di queste tre nazioni, l’Argentina non sarebbe assolutamente in grado di affrontarla, visto anche l’incapacità finanziaria di cui soffre. La corruzione uccide: chissà se a Buenos Aires e dintorni l’hanno finalmente capito.







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