Dieci italiani per un tedesco (via Rasella), film su Rete 4 diretto da Filippo Walter Ratti
Lunedì 24 marzo 2025, andrà in onda, nel pomeriggio di Rete 4, alle ore 16:30, il film drammatico/storico dal titolo Dieci italiani per un tedesco (via Rasella), in occasione della commemorazione dell’eccidio delle Fosse Ardeatine che ricade oggi.
Si tratta di una produzione italiana del 1962 diretta dal regista Filippo Walter Ratti, che aveva iniziato a lavorare dietro la macchina da presa al termine della Seconda Guerra Mondiale con Felicità perduta (1946).
Le musiche hanno invece la firma del compositore e pianista Armando Trovajoli, che nel corso della sua carriera ha lavorato con alcuni tra i più grandi nomi della storia del cinema italiano, come Franco Zeffirelli, Luigi Comencini e Vittorio De Sica.
Il cast principale del film Dieci italiani per un tedesco (via Rasella) è composto da: Gino Cervi, diventato famoso grazie al personaggio di Peppone nella saga di Don Camillo; Andrea Checchi, che aveva già lavorato con il regista in Eleonora Duse (1947); Carlo D’Angelo, celebre per la sua interpretazione ne La grande guerra di Mario Monicelli (1959); infine Sergio Fantoni, artista attivo sia in teatro con grandi classici come Otello e Tre sorelle sia in televisione con la partecipazione a numerose riduzioni televisive di importanti opere letterarie, tra cui Delitto di Stato.
La trama del film Dieci italiani per un tedesco (via Rasella): un’accurata ricostruzione dell’eccidio delle Fosse Ardeatine
Dieci italiani per un tedesco (via Rasella) narra due vicende storiche realmente accadute durante la Seconda Guerra Mondiale, ovvero l’attentato di via Rasella e il conseguente eccidio delle Fosse Ardeatine.
La pellicola si apre con una compagnia di soldati nazisti che sta marciando in via Rasella, nella capitale, quando inaspettatamente un membro della resistenza fa esplodere un ordigno causando decine di vittime.
Questo gesto non può restare impunito, e i militari tedeschi rastrellano la zona, imprigionando tutti gli uomini presenti; tra gli arrestati vi sono anche il duca Alfonso di San Severino e suo figlio Gilberto, accusati di non avere rispettato il coprifuoco.
L’ordine del Führer è ben presto chiaro: per ogni tedesco ucciso dovranno morire 10 uomini italiani, per un totale di 335 vittime.
Herbert Kappler ordina a Pietro Caruso di realizzare una lista di detenuti e il duca di San Severino e suo figlio vengono trasferiti presso la struttura di Regina Coeli, dove l’uomo cerca di riconciliarsi con il figlio partigiano, tentando di metterlo in salvo dall’esecuzione. Purtroppo, però, il loro destino è già segnato e padre e figlio vengono condotti con gli altri prigionieri alla grotte ardeatine.
All’ultimo momento Obersturmführer Weiss, dilaniato dai sensi di colpa, cerca di mettere in salvo alcuni degli uomini, ma a sua volta viene ucciso da un collega, e 335 persone vengono freddamente giustiziate.