La dieta ipocalorica rischia di far aumentare la depressione nei pazienti che la seguono: cosa dice uno studio canadese, i dettagli
La dieta ipocalorica potrebbe aumentare il rischio di depressione. E’ questo il risultato, per certi versi sconvolgente, a cui è giunto una ricerca dell’università di Toronto, pubblicato sulla prestigiosa rivista British Medical Journey negli ultimi giorni. Lo studio sottolinea come gli effetti delle diete sulla nostra psiche, soprattutto quelle molto restrittive legate alla perdite di peso o ad esempio a malattie croniche come il diabete, sono poco studiati, di conseguenza il lavoro canadese mira a fare luce sull’associazione di alcuni modelli restrittivi e i sintomi depressivi. L’analisi è stata condotta attraverso i dati del National Health and Nutrition Examination Survey, condotto negli Stati Uniti fra il 2007 e il 2018, soffermandosi su quei pazienti che avessero accusato dei sintomi depressivi e che seguivano una dieta restrittiva.
In totale lo studio ha riguardato 28.525 adulti, ed è emerso che il sette per cento degli stessi ha avuto una depressione. Tenendo conto del rapporto con coloro che non seguivano una dieta ipocalorica, l’aumento dei sintomi è stato di 0,29 punti, mentre fra coloro che erano in sovrappeso l’aumento è stato più marcato, 0,46 punti. Gli uomini sono stati coloro che hanno registrato dei punteggi più elevati nei sintomi rispetto a quelli che non seguiva una dieta, e anche rispetto alle donne, di conseguenza, secondo lo studio, sembra che il sesso maschile soffra di più, a livello psichico, la mancanza di “tanto cibo”, rispetto al gentil sesso.
DIETA IPOCALORICA, COSA E’ EMERSO DA UNO STUDIO
Lo studio arriva alla conclusione secondo cui: “Esistono potenziali implicazioni delle diete ampiamente seguite, sui sintomi depressivi e la necessità di raccomandazioni dietetiche personalizzate in base all’IMC (l’indici di massa corporea) e al sesso”. Fondamentale quindi che ogni persona abbia una dieta cucita su misura, una conclusione che si sposa alla perfezione con la raccomandazione che spesso e volentieri vi ricordiamo: mai fare il fai da te nelle diete, mai seguire le mode di internet e TikTok, ma sempre rivolgersi ad un medico specialista che ci guiderà verso il percorso alimentare migliore a secondo del nostro fisico, dell’età e del nostro stato di salute.
C’è da dire che le diete non sane, ad esempio quelle ricche di proteine animali, zuccheri e sali, ma anche di cibo spazzatura, sono associate ad un aumento del rischio di depressione, ma anche le diete ipocaloriche potrebbero aumentare i sintomi depressivi, secondo questo studio inedito. La depressione è purtroppo uno dei grandi mali dell’epoca in cui viviamo, con un aumento del 50 per cento dei casi fra il 1990 e il 2017.
DIETA IPOCALORICA, LA PIAGA DELLA DEPRESSIONE NEL MONDO
Un dato che molto probabilmente è ulteriormente cresciuto tenendo conto degli ultimi avvenimenti, a cominciare dalla pandemia del covid del 2019 che ha portato a numerosi casi di suicidi anche fra i più giovani. Sono diversi i fattori che vanno ad incidere sui disturbi depressivi ma il ruolo della dieta è stato studiato solo di recente. Nella maggior parte dei casi si associa il mangiare sano, ma soprattutto la perdita di peso, ad un benessere cognitivo, ma ci sono prove crescenti che “sottolineano la profonda influenza della dieta sul benessere mentale così come sulla salute fisica”, precisa lo studio.
Per i ricercatori l’associazione fra dieta sana e benessere mentale “non riesce a cogliere la complessità delle abitudini alimentari del mondo reale”, una ricerca che rimane limitata, nonostante la sua importanza. I ricercatori spiegano che, secondo i loro risultati, gli uomini soffrono di più dal punto di vista cognitivo le diete, in quanto hanno un fabbisogno calorico più elevato delle donne, di conseguenza mangiare in maniera restrittiva è una sfida ancora più ardua, che può andare ad influenzare maggiormente l’umore, soprattutto se il soggetto a dieta è sovrappeso o obeso.