Oggi vogliamo parlarvi della dieta NiMe, un nuovo regime alimentare che sta spopolando negli ultimi tempi e che proviene direttamente dal continente australiano, precisamente dalla Papua Nuova Guinea. Obiettivo, perdere peso ma anche e soprattutto ottenere dei benefici per il proprio organismo, a cominciare dal prevenire le patologie croniche.
La dieta NiMe è stata segnalata da Cook del Corriere della Sera, citando la rivista scientifica Cell, che a sua volta evidenza dei risultati sorprendenti seguendo questo piano alimentare dopo sole tre settimane. Di fatto, tutti coloro che hanno seguito la dieta NiMe, hanno perso peso senza ridurre il numero di calorie, e nel contempo hanno visto il colesterolo scendere del 17 per cento, ma anche un calo della glicemia e della proteina C-reattiva, che può causare infiammazioni e problemi al cuore.
DIETA NIME, L’IMPORTANZA DEL MICROBIOTA
Obiettivo della dieta NiMe, cibarsi con prodotti salutari e soprattutto tutt’altro che industriali e lavorati, questi ultimi, vero nemico di dietologi, nutrizionisti e in generale dei medici e della buona salute. Stefano Filipponi, nutrizionista interpellato da Cook, sottolinea che questa dieta dimostra come l’allontanarsi dal prodotto derivato animale, e l’avvicinarsi invece a quello integrale e vegetale “migliora la salute”, ricordando comunque che non si tratta di un piano alimentare vegetariano o vegano, in quanto i prodotti di derivazione animale non sono aboliti del tutto, favorendo comunque quelli di origini vegetali.
La dieta NiMe si contrappone a quelle diete molto industrializzate e povere di fibre che spesso e volentieri vengono portate avanti; si tratta di un regime alimentare molto naturale e semplice che è in grado di riequilibrare il microbiota intestinale, svolgendo un ruolo molto importante nel metabolismo e nella digestione. Ad ideare la NiMe, che è l’acronimo di Non-industrialized Microbiome Restore, è stato un team di scienziati diretti da Jens Walter dell’università College Cork irlandese, secondo cui i prodotti industriali negli ultimi anni hanno profondamente alterato il microbiota umano, rendendo più fragile e vulnerabile.
DIETA NIME, COSA MANGIARE E COSA EVITARE
Obiettivo della NiMe, contrastare questo processo, promuovendo la proliferazione dei batteri buoni come il Lactobacillus reuteri, un microorganismo molto particolare che però si trova raramente nella popolazione dei Paesi occidentali, e che invece è una costante nelle popolazioni papuane. Si punta quindi su prodotti vegetali che permettono di ristabilire appunto il nostro microbiota intestinale, evitando così l’alterazione di parametri come ad esempio il colesterolo, la glicemia, ma anche l’acido urico, tutti indicatori di un’alimentazione non sana.
Ma su cosa si basa questa dieta? Come detto più volte su questa pagina, vengono prediletti quei cibi che fanno bene al nostro intestino e che sono ricchi di fibre, quindi spazio a cereali, meglio se integrali, quindi verdure a profusione, ma anche legami, e anche delle piccole porzioni di alimenti di origini animale come ad esempio il pollo, ma anche il maiale o il salmone. Sono invece sconsigliati i latticini, ma anche prodotti a base di grano e il manzo, che di fatto non fanno parte della tradizione tipica papuana. Vietati anche zuccheri ed alimenti trasformati, mentre le fibre raggiungono quantità pari a 22 grammi per 1.000 calorie, quindi superiori a quella consigliata.