La Dieta Planetary Health, che si potrebbe tradurre in dieta che si prende cura della salute del pianeta, potrebbe salvare 50 milioni di persone. Se ne è parlato in questi giorni a Delfi, durante un Forum sul tema, e in cui è intervenuta la commissione Eat Lancet, un gruppo di scienziati autorevoli che ha appunto dato vita ad una dieta fra le più ambiziose e interessanti degli ultimi anni in quanto al tema di salute, ambiente e sostenibilità. Nel piano alimentare proposto si tiene conto prima di tutto dell’essere umano, ma anche dell’ambiente, con l’importanza dei prodotti a km 0, condannando invece i cibi troppo lavorati e industriali, in favore di prodotti freschi e con pochi zuccheri e poco sale.
Come intuibile questa dieta si basa in particolare su prodotti di origine vegetale, quindi sconsigliando l’uso eccessivo delle proteine animali, a cominciare dalla carne, in favore invece di frutta secca, verdure, legumi, cereali integrali e tutto ciò che sono i grassi sani. Per Walter Willet, ricercatore di Harvard a capo del team, le nostre scelte sono fondamentali sull’impatto ambientale, a cominciare dall’emissione di gas serra, di conseguenza è basilare prendere delle decisioni in materia alimentare che abbiano un impatto a 360 gradi, non soltanto sulla nostra salute. Willet, per arrivare alla dieta Planetary Health, sottolinea che la scienza può giocare un ruolo importante, tenendo conto che entro il 2050 il mondo sarà extra popolato da ben 9,8 miliardi di persone.
DIETA PER L’AMBIENTE, ECCO QUALI CIBI SONO CONSIGLIATI
Ma quali cibi vengono preferiti in questa dieta? Si comincia con frutta e verdura, quindi abbiamo detto i suddetti cereali integrali, immancabili in ogni dieta, proteine vegetali come la soia e i legumi, e un altro alimento cardine che è l’olio d’oliva, protagonista tra l’altro della dieta mediterranea, senza dimenticarsi della frutta secca.
Secondo quanto spiega Willet, se questa dieta che si prende cura dell’ambiente si diffondesse a livello globale, potrebbe salvare 50 milioni di persone e nel contempo farebbe crollare le emissioni serra, con un -29 per cento in meno per quanto riguarda il settore alimentare. Inoltre ne gioverebbe anche il suolo, visto che verrebbe utilizzato di meno per i mangimi degli animali e di più per catturare l’anidride carbonica.
DIETA PER L’AMBIENTE, L’IMPORTANZA DELLA MEDITERRANEA
Per Antonia Trichopoulou, ricercatrice greca considerata una delle madri della dieta mediterranea, bisognerebbe adottare quest’ultima in ogni nazione, favorendo quindi il consumo del prodotto locale. Ovviamente ci sono Paesi che presentano dei limiti, come ad esempio la Groenlandia, ma si può comunque sostituire determinate alimenti con quelli vegetali della terra del Paese in oggetto.
Purtroppo negli ultimi anni il termine dieta mediterranea è stato spesso usato erroneamente o se ne è abusato, e nel contempo sono sempre di meno le persone che la seguono, visto che soltanto il 5 per cento degli italiani, secondo una ricerca dell’anno scorso, la rispetterebbe in maniera certosina, soprattutto donne, studenti, ma anche vegani e vegetariani.