DIFESA COMUNE UE, GIORNATA DI VOTAZIONI
Il Parlamento europeo porta avanti il progetto per la difesa comune Ue: l’assemblea plenaria ha, infatti, approvato la risoluzione riguardante la relazione sulla politica di sicurezza, ma con la quale si chiede anche di accelerare gli aiuti all’Ucraina. Ma nella stessa giornata è stato anche approvato l’emendamento che accoglie il piano di riarmo presentato dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Per quanto riguarda l’Italia, sono scoppiati gli equilibri di maggioranza e opposizione.
Infatti, hanno votato a favore Forza Italia e Pd, fatta eccezione per due eurodeputati indipendenti, Marco Tarquinio e Cecilia Strada. Invece, i rappresentanti di Fratelli d’Italia si sono astenuti sulla relazione e sull’emendamento. Lega e M5s si sono ritrovati insieme per il voto contrario, espresso anche da Avs.
Fa notizia il fatto che sulla politica estera e di difesa la maggioranza italiana si sia divisa non in due parti, ma addirittura tre, ma si può parlare di psicodramma anche per i del, visto che la linea ufficiale, indicata anche dalla segretaria Elly Schlein, era quella di votare contro l’emendamento per il riarmo, ma a favore della relazione per la difesa comune. Eppure, l’ala riformista si è espressa a favore anche del riarmo.
IL VOTO PER LA STRATEGIA DI DIFESA EUROPEA
Tra le votazioni all’Europarlamento c’è stata anche quella di un emendamento riguardante la relazione sulla strategia di difesa europea, per la quale la Commissione Ue deve aumentare il debito comune per consentire che l’Europa abbia lo spazio nel bilancio per fare prestiti in situazioni eccezionali e per eventuali crisi. Anche in questo caso Pd e Forza Italia hanno votato a favore, stavolta insieme a Fratelli d’Italia, invece Lega, M5s e Avs hanno espresso voto contrario.
In generale, quindi a livello europeo, il testo è stato sostenuto soprattutto da socialisti e verdi, fatta eccezione dunque per quelli italiani. Invece, per Ecr, Ppe e Renew si può parlare di una spaccatura. Invece, la sinistra europea si è mostrata decisamente contraria. L’emendamento riporta la lezione del Next Generation Eu, proposto come modello perché l’onere delle azioni va condiviso equamente.