Le discussioni interne all’UE sulla spesa dei singoli stati per la Difesa potrebbero essere vicine ad ua svolta con un’apertura da parte di Bruxelles che potrebbe portare ad un generale allentamento delle norme fiscali che i 27 devono attualmente rispettare: a dirlo è stato il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nel corso di una breve intervista rilasciata al Financial Times nelle quale si è detto fiducioso che a breve l’ormai eterno fascicolo delle spese nel settore della Difesa potrebbe arrivare ad un’auspicata svolta che tenga conto soprattutto della posizione italiana.
Partendo dal principio, il tema della Difesa ricordiamo che è diventato particolarmente importante dallo scoppio della guerra in Ucraina in poi, con la NATO che ha chiesto a tutti gli stati membri di raggiungere almeno il 2% del PIL impiegato nell’esercito e nelle infrastrutture militari: un obbiettivo che – con non poca fatica – l’Italia è effettivamente riuscita a raggiungere, ma che al contempo è stato ridimensionato dal presidente degli USA Donald Trump – recentemente spalleggiato da Ursula von der Leyen – che ora insiste su di una spesa pari ad almeno il 5% del PIL che sarebbe – spiega lo stesso Giorgetti al FT – “impossibile” da raggiungere per l’Italia se resta attivo il vincolo europeo sul debito al 60% e il deficit al 3% (in entrambi i casi) del PIL.
Giancarlo Giorgetti: “Se l’UE chiede di aumentare la spesa per la Difesa, deve anche allentare i vincoli al debito”
Dal conto suo Giorgetti al Financial Times ha messo fin da subito in chiaro che secondo quanto emerge da Bruxelles “la posizione politica europea si sta muovendo“, mirando a ritenere “eccezionale” l’attuale situazione geopolitica internazionale: “La realtà – ha spiegato il ministro – è che abbiamo una guerra in Europa” e per farci fronte “dobbiamo prendere decisioni politiche” coraggiose; magari seguendo l’esempio della pandemia da Covid in cui – in virtù proprio di “una situazione eccezionale” – l’UE allentò i vincoli fiscali per permettere ai 27 di spendere il necessario per far fronte all’emergenza.
D’altra parte – infatti – secondo Giorgetti è chiaro che se per finanziare l’obiettivo del 5% del PIL “si deve tagliare la spesa sanitaria (..), è un problema politico” che richiederebbe quanto meno “una politica europea comune“: secondo il ministro una possibile strada potrebbe essere quella di aumentare la flessibilità sulla spesa dei singoli stati, che si dovrebbe unire anche ad un’apertura agli investimenti privati che potrebbero fare la vera e propria differenza; mentre a fronte di eventuali opposizioni – soprattutto da parte di Germania e Paesi Bassi – agli allentamenti fiscali è pronto a proporre di “ridisegnare il bilancio UE per liberare più risorse” da allocare agli apparati difensivi.