Sia i pensionati che i dipendenti con partita IVA forfettaria sono in aumento, l'effetto è subordinato alle novità del Bilancio 2026.
In ben 5 anni sia gli anziani che i dipendenti con partita IVA forfettaria sono aumentati del ben 40%. Il dato è emerso dopo aver visto le precedenti dichiarazioni dei redditi, dove i numeri quantificano 4.000 pensionati e 153.000 lavoratori.
Per loro c’è una novità positiva, che potrebbe permettergli di restare nel forfait: il Bilancio previsto per l’anno 2026 ha innalzato il limite a 35.000€ (rispetto agli attuali 30.000€), permettendo di poter proseguire la loro attività secondaria/extra senza perdere questa possibilità.
Dipendenti con partita IVA forfettaria in crescita
Pensionati e dipendenti con partita IVA forfettaria potranno contare sulle novità in Bilancio, includendo sia l’innalzamento della soglia che il contratto misto e quanto concerne a tutto quel che c’è di nuovo.
Naturalmente conteranno i redditi scorsi, e dunque per far valere i nuovi limiti si dovranno considerare i prossimi introiti (sul quale si considererà l’imposta che potrebbe variare tra il 5%, se sono nuove attività, oppure al 15%).
Negli anni l’esecutivo ha attuato una serie di cambiamenti, mentre nel 2020 – dopo il boom di adesioni – ha reintrodotto la soglia massima di cumulo a 30.000€, pena il decadimento dal regime agevolato (nonché della flat tax).
L’effetto “forfettario” ha registrato dei nuovi record, fin dalla sua esistenza non si era mai vista un’adesione così accentuata come quella di quest’anno (il 72,2% di lavoratori e pensionati hanno aperto una partita IVA agevolata).
Nuovo limite a 35.000€
Seppur 5.000€ possano sembrare “pochi”, in realtà nell’insieme è un numero significativo. Infatti dalle prime stime si evince che in questa fascia rientrano il 7% di pensionati e l’11% di lavoratori con contratto da dipendente.
Anche se l’intervento è sotto esame in Parlamento, la Lega insiste nel voler far crescere il cumulo di ricavi e compensi così da ampliare la platea di potenziali beneficiari (portando ad un totale di 100.000€).
Durante un Question Time (previsto nei mesi precedenti), il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha comunicato che per soddisfare una simile richiesta sarebbe indispensabile modificare la direttiva europea attualmente in vigore (la numero 2006/112/CE).