I dipendenti degli Ordini Professionali sono svincolati dall'obbligo delle 40 ore. Rientrano soltanto una categoria ben specifica.
Anche se tutti i dipendenti che appartengono agli Ordini Professionali sono obbligati a conseguire uno specifico percorso formativo, allo stesso tempo il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili ha fornito delle direttive specifiche sul montante ore.
La spiegazione da parte del CNDCEC è arrivata dopo che la categoria ha manifestato diverse perplessità sulla circolare pubblicata a gennaio di quest’anno da parte del Ministero della Pubblica Amministrazione e riguardante la formazione professionale di ogni impiegato di un Ordine Professionale.
Dipendenti degli Ordini Professionali svincolati dal montante ore
La recente direttiva sul Ministero della Pubblica Amministrazione proponeva un minimo di 40 ore per i dipendenti degli Ordini Professionali. Tuttavia, il vincolo – specifica il CNDCEC – non riguarda l’intera categoria ma esclusivamente chi ricopre il ruolo di dirigente.
Inoltre, secondo quanto contenuto all’interno del comma 2 bis del Decreto Legge numero 101 e risalente al 2013, anche l’indagine sulle prestazioni lavorative riguardano i dirigenti e non i “semplici” lavoratori subordinati (e sempre appartenenti agli enti pubblici).
La formazione obbligatoria di 40 ore (ricordiamo solo per i dirigenti) è infatti conseguenziale: ovvero raggiungere l’obiettivo di acquisire nuove competenze e allo stesso tempo dimostrare di averlo raggiunto (con l’indagine sulle performance).
Qual è la formazione “adeguata” ?
Dopo aver chiarito che i dipendenti degli Ordini Professionali non sono obbligati a rispettare il minimo di 40 ore, i Commercialisti del settore ricordano che gli aventi diritto alla formazione dovranno seguire il percorso obbligatorio previsto dal Legislatore (inerente allo svolgimento del lavoro).
Sta poi agli organizzatori stabilire le peculiarità da inserire per individuare la formazione adeguata al ruolo dei dirigenti, includendo naturalmente la Legge sulla corruzione preventiva, su come trattenere le informazioni personali dei clienti ed ovviamente approfondire la sicurezza sul lavoro.
Più che un’opportunità, si tratta di un diritto dei lavoratori che operano nel pubblico impiego, e a definirlo precisamente è il Decreto Legislativo che regolamenta il Testo unico del settore, pubblicato con il numero di protocollo 165 e oramai risalente al 2001.