Al Comitato interministeriale diritti umani (Cidu), che ha operato per la piena attuazione della Risoluzione del Consiglio di sicurezza (Cds) delle Nazioni Unite del 2000 e di quelle approvate sul tema negli anni successivi, anche quest’anno stiamo lavorando per predisporre il V Rapporto articolando i quattro pilastri e chiarendo gli impegni che ci siamo effettivamente assunti sull’Agenda Donne, Pace e Sicurezza.
Partecipazione: consiste nel promuovere la piena, equa ed efficace partecipazione delle donne in tutti i processi negoziali e a tutti i livelli decisionali (locale, nazionale e internazionale) volti alla prevenzione, gestione e risoluzione dei conflitti armati.
Protezione: si tratta della difesa dei diritti fondamentali delle donne così come prescritto dalle Convenzioni internazionali, in particolare la condanna di ogni forma di violenza di genere in situazioni di conflitto armato o di emergenza umanitaria.
Prevenzione: tale aspetto include l’incriminazione degli individui che commettano violenza contro le donne, il rafforzamento della tutela delle donne nella legislazione nazionale e il sostegno alle organizzazioni femminili a livello locale.
Ricostruzione post-conflitto: comprende l’adozione di una prospettiva di genere nelle azioni di assistenza umanitaria e nel trattamento di rifugiati e sfollati interni.
Per la realizzazione dell’Agenda, le Risoluzioni del CdS identificano un’ampia serie di compiti in capo agli Stati membri delle Nazioni Unite. Stiamo dunque operando perché il nostro Piano d’azione nazionale recepisca concretamente il contenuto delle Risoluzioni sia sul piano interno, sia nei rapporti internazionali con altri Stati, ad esempio attraverso progetti mirati per il rafforzamento di uno o più pilastri dell’Agenda presso Paesi di importanza prioritaria.
Dunque dal primo Piano d’azione italiano che ha coperto il periodo 2010-2013. Sono seguiti il II Piano (2014-2016), il III (2016-2020), il IV, che va dal 2020 al 2024 e ora lavoriamo sul V. L’ente preposto alla scrittura e alla gestione del Piano sul territorio nazionale è il Cidu, mentre la sua attuazione sul versante internazionale è demandata alla Direzione generale per gli Affari politici e sicurezza (Dgap) del ministero degli Affari esteri.
I Piani italiani, nel corso degli anni, sono stati caratterizzati da un forte e attivo coinvolgimento delle Università, degli Istituti di ricerca e delle Organizzazioni della società civile, che propongono ed eseguono i progetti di intervento sulla base di appositi bandi annuali emanati dalla Dgap. Nel giugno 2024 è stato avviato il processo finalizzato alla stesura del quinto Piano d’azione, destinato ad entrare in vigore nel 2025 in concomitanza con il venticinquesimo anniversario della Risoluzione 1325/2000 e con il trentennale della Dichiarazione e della Piattaforma d’azione di Pechino del 1995.
Con questo Piano, l’Italia conferma e rinnova il suo convinto impegno nella complessa azione di promozione e realizzazione dell’Agenda “Donne Pace e Sicurezza”, anche alla luce dei profondi cambiamenti che sta attraversando la comunità internazionale a tutti i livelli e delle molteplici sfide, tra di loro fortemente correlate, con cui dobbiamo necessariamente confrontarci.
È un momento storico in cui la massima di Erodoto secondo cui “la forza fa tacere il diritto” e gli insegnamenti di Norberto Bobbio, per cui “i diritti… non una volta per sempre” sono quanto mai attuali. Quanto più sarà inclusiva e olistica la metodologia con cui questo Piano sarà attuato, favorendo processi di coordinamento e partecipazione con i diversi settori della società, media compresi, tanto più i contenuti nell’Agenda potranno essere capillarmente diffusi e gli obiettivi raggiunti.
Il Piano d’azione Nazionale su Donne, Pace e Sicurezza nasce intenzionalmente per essere un living document, un work in progress, idoneo a essere integrato e adattato, se necessario, alla luce delle lessons learned, dello scambio di informazioni e dell’evoluzione delle Agende politiche di settore.
Si sta procedendo, stimolando un approccio partecipativo e inclusivo rispetto a tutti gli stakeholder, favorendo processi integrati di confronto e co-programmazione delle azioni. Sul piano sostanziale, ampliando le tematiche da considerare stante la stretta connessione tra i tre Pilastri onusiani: Pace e Sicurezza, Diritti Umani, Sviluppo socio-economico; sul Piano operativo, introducendo indicatori di carattere temporale, finanziario, qualitativo e quantitativo.
Un lavoro scrupoloso in un momento in cui i diritti delle donne sono messi particolarmente in grande difficoltà.
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