In seguito alle polemiche e alle fake news divampate sul web (e non solo) durante la pandemia di Coronavirus, in rete è spuntato un fantomatico dispositivo anti 5G, dal costo di 350 dollari. Una cifra importante, indubbiamente, ma che consentirebbe al cliente di approvvigionarsi di uno strumento a detta di molti irrinunciabile, poiché in grado di neutralizzare gli effetti negativi generati dalla tecnologia 5G e di tutelare, di conseguenza, la salute dell’uomo. Giova ricordare, a tal proposito, che non vi sono evidenze scientifiche che provino la teoria secondo cui l’essere umano sarebbe da considerarsi in pericolo dinnanzi alle onde elettriche del 5G e che in merito all’argomento sono nate vere e proprie proteste, con tanto di antenne bruciate. Non solo: talvolta, a finire in fiamme sono stati i ripetitori telefonici, scambiati per antenne 5G. Un vero e proprio delirio, insomma, che tuttavia non potrà essere risolto da questo sedicente dispositivo, dal momento che è stato aperto un fascicolo di indagine sullo stesso, stando a quanto riferito dalla BBC.
DISPOSITIVO ANTI 5G: È UNA BUFALA
Il dispositivo anti 5G di cui si parla in realtà non’è nient’altro che una chiavetta Usb da 128 megabyte. Esso funzionerebbe grazie a un’oscillazione quantica, secondo i suoi venditori, tanto da essere raccomandata anche da un gruppo di attivisti contro il 5G di Glastonbury. Nella descrizione del prodotto si trova tale didascalia: “È il risultato della tecnologia più avanzata per bilanciare e prevenire gli effetti devastanti causati dalle onde elettriche non naturali, in particolare del 5G, per tutte le forme biologiche naturali”. Il dispositivo – come recita la BBC – è stato analizzato da Pen Test Partners, una compagnia specializzata nell’individuazione di punti deboli nei prodotti elettronici. “Cosa abbiamo trovato di diverso tra questa chiavetta Usb e quelle disponibili da vari fornitori?”, ha dichiarato l’analista Ken Munro. “Un adesivo rotondo. Non siamo esperti di 5G quantico, ma sembra uno di quelli che si trovano in qualsiasi negozio”. Le autorità antifrode della Gran Bretagna indagano per fare luce sulla questione.