Come reagireste se sapeste che il Parlamento italiano nei prossimi anni terrà delle vere e proprie commemorazioni ufficiali all’interno di Camera e Senato su “personaggi” come Adolf Hitler, Benito Mussolini, Augusto Pinochet o Francisco Franco? Giustamente, vi ribellereste. E noi con voi. Ora però, guardiamo un fatto curioso: nel passato – dunque è già successo, non siamo nel campo delle possibilità ma delle realtà storiche – in Parlamento si sono commemorati altri “personaggi” del calibro di Stalin, Tito, Mao Tse-Tung e Brezhnev.
Per la differenza tra l’una compagine e l’altra, ecco non pensiamo vi sia sfuggita: è proprio nel nome del comunismo che negli scorsi decenni le istituzioni italiane hanno recato memoria e onori a diversi protagonisti della storia non esattamente inclini al 100% nel rispetto dei diritti umani (per usare un plurimo eufemismo). Ha raccolto tutti questi passaggi imbarazzanti l’ottimo Lanfranco Palazzolo, storico corrispondente di Radio Radicale in Parlamento, in un libro in uscita per Nuova Palomar dal titolo “L’incongrua memoria. Commemorazione di Dittatori in Parlamento”.
LE COMMEMORAZIONI IMBARAZZANTI
È un viaggio del tempo quello del corrispondente parlamentare che rivanga momenti “memorabili” che troppo spesso si cerca di nascondere: come quando Nilde Iotti, Presidente della Camera, commemorò nel 1989 lo strage di studenti Piazza Tien An Men ‘facendo finta’ di dimenticare quale fosse il regime che perpetrò quella repressione. Più si va indietro negli anni e più si trovano vere e proprie “perle” di cui avremmo voluto volentieri farne a meno: come quando si è elogiato addirittura Stalin, dittatore russo che ha portato a morte milioni e milioni di “nemici dello Stato” con le folli politiche genocidiarie dell’URSS comunista.
Pino Pisicchio, direttore della collana “Question Time” di Nuova Palomar, nell’introduzione al libro di Palazzolo – riportate dall’Agi – si chiede se può «essere sufficiente la necessità diplomatica a giustificare parole alate e grondanti di commozione». Da Stalin a Mao, commemorato con tutti gli onori pochi giorni dopo la morta in Cina: uguale per il leader iugoslavo Tito o per il presidente sovietico Brezhnev, mentre per il leader pacifista indiano Ghandi furono tributati appena 5 minuti durante l’assemblea costituente.