Accelera lo sfratto del centro di accoglienza di Don Biancalani: dopo il presidio annunciato dal prete, anche il vescovo Tardelli gli volta le spalle
È di poco più di un paio di settimane fa la decisione da parte del comune di Pistoia di chiedere lo “sfratto” del centro di accoglienza per migranti gestito dal controverso Don Biancalani nella parrocchia di Santa Maria Maggiore a Vicofaro: le ragioni – e ci torneremo – sono legate alle pessime condizioni igieniche all’interno della struttura, ma il parroco ha deciso di resistere allo sfratto e organizzare un presidio davanti alla chiesa; finendo bacchettato anche dal vescovo di Pistoia Fausto Tardelli.
Facendo prima di tutto un passo indietro, è bene ricordare che secondo le valutazione del comune di Vicofaro, le condizioni all’interno del centro di Don Biancalani erano al limite del vivibile: la struttura sarebbe, infatti, fatiscente e abitata da 196 migranti rispetto alla capienza massima di 70, oltre che da “pidocchi, pulci e piattole” ed è stato chiesto il trasferimento dei residenti in altre strutture limitrofe e la chiusura del centro per “motivi di ordine pubblico”.
È scontro tra Don Biancalani e il vescovo Fausto Tardelli dopo lo sfratto del centro di accoglienza: cosa succede?
Una mossa certamente sofferta anche per il comune che più volte, in passato, aveva cercato una mediazione con Don Biancalani con il supporto del vescovo Tardelli, proponendo – tra le altre cose – di trasferire la metà degli ospiti del suo centro in altre strutture in modo da alleviarne la pressione; mentre nonostante le accese proteste del prete, tira dritto la procura che già in mattinata ha transennato gli accessi al centro per migranti in vista dell’ormai imminente sfratto.

Dal conto suo, Don Biancalani ha annunciato sui suoi canali social un presidio pacifico davanti alla struttura per impedire l’accesso alle autorità ed è qui che la calma del vescovo Tardelli sembra essersi esaurita: in un comunicato ufficiale ha preso le distanze “in maniera netta e assoluta” dal prete, definendo del tutto inaccettabile la sua posizione a fronte della grave “situazione igienico-sanitaria” che finisce per essere soprattutto un pericolo per quella “accoglienza” che il prete vuole difendere a tutti i costi.
