Don Antonio Mazzi, celebre presbitero impegnato da sempre nell’attività di recupero dei tossicodipendenti, specialmente giovani e minorenni in comunità, ha firmato una lettera aperta pubblicata dal Corriere della Sera, rivolta all’assessore al Welfare della Lombardia, Guido Bertolaso. Un uomo che definisce come un amico, con il quale si sente libero di “aprire un dialogo che vorrei non restasse nell’alveo politico”.
“Le comunità terapeutiche“, spiega subito don Mazzi entrando nel vivo della sua lettera per Bertolaso, “è ora che vadano radicalmente riviste e ripensate”, partendo dal “cambiare il titolo ‘comunità’ e il ‘metodo’. Dovrebbero diventare”, suggerisce, “piccoli centri educativi ai quali accedono ragazzi che hanno problemi di ogni tipo” perché “non esiste più il tossico ‘puro'”, ma sono sempre “esperienze varie e storie più o meno complicate, frutto soprattutto di rapporti famigliari, scolastici e sociali“. Una consapevolezza, spiega don Mazzi, che si acquisisce, come fa lui, vivendo “ventiquattro ore su ventiquattro con loro, essendo anche la sua casa una camera nella Cascina Molino Torrette”, differentemente da chi decide di “cercare lauree e titoli”.
Don Mazzi: “Bertolaso non trasformi gli educatori in guardie”
Le comunità, secondo don Mazzi, possono anche diventare una vera e propria “alternativa al carcere minorile”, sottolineando che “chi sbaglia ha bisogno di vivere tra persone che possono aiutarlo a capire gli sbagli e a rimediarli”, perché la verità è che “laddove si reprime non si educa”. Ma il presbitero ci tiene anche a ricordare l’insegnamento di don Milani che nel suo Lettere da Barbiana scrisse che “non si può fare l’educatore e non fidarsi perché un educatore ha sempre delle soddisfazioni e sa vedere segni di speranza e di onestà dove gli altri non vedono”.
Secondo don Mazzi, però, “gli ultimi atti della Regione hanno trasformato gli educatori in guardiani ed in impiegati che devono quotidianamente riempire moduli” mentre lui si dice in difficoltà nel “rimanere in Cascina, sia per le pesanti manutenzioni che ci sono state imposte dal Comune, sia per le ‘misere’ diarie che ci vengono offerte dalla Regione per gli ospiti”, mentre, conclude don Mazzi, “qualche malalingua dice che avete addirittura avanzato soldi”.