Consumeremmo lo stesso cibo, in qualità e quantità, se vicino ad ogni ordine del take away, a ogni sacchetto di patatine al supermercato, fosse possibile leggere le calorie o i km da correre per smaltirli? E’ la domanda che si sono posti i ricercatori dell’Università del North Carolina in una ricerca recentemente pubblicata sulla rivista Appetite.
In questa ricerca è stato proposto ad 800 adulti di ordinare da un menù virtuale alcune pietanze reperibili nei normali fast food, e i menù prevedevano quattro varianti: senza informazioni di nessun tipo, con le calorie contenute, con le calorie e il tempo necessario a smaltire il cibo correndo, con le calorie e i km da percorrere per bruciarle.
Valutando le ordinazioni i ricercatori hanno visto che i menù più ricchi di calorie erano quelli che non avevano alcuna indicazione ad accompagnarli: si andava dalle 1020 kcal quando non c’erano informazioni, alle 927 quando erano indicate le sole calorie, alle 916 con i minuti di cammino, alle 826 con i km da percorrere. E’ anche vero se l’informazione che più scoraggia i consumatori è quella dei kilometri da percorrere, hanno trovato più chiara quella relativa ai minuti.
“Non c’è da stupirsi se un riferimento concreto, come i minuti di movimento da fare, si è rivelato più efficace di un numero astratto, come quello relativo alle calorie, nell’indurre a una maggiore attenzione nei confronti del cibo — commenta Maria Grazia Strepparava, professore di psicologia clinica, della Facoltà di Medicina di Milano Bicocca al Corriere della Sera. – Ma l’attenzione non deve trasformarsi in fissazione, bensì aiutarci a migliorare lo stile di vita in generale”.