“Era una storia scioccante che mi ha ossessionato da quando ne ho letto un reportage su Vanity Fair. Questi ragazzi di Hollywood che frequentano i locali dove vanno le celebrity, ne coltivano il mito e poi senza pensare che è un reato entrano nelle loro case per svaligiarle e si rovinano la vita. Senza voler fare la morale, penso che la banda del Bling Ring sia un esempio di come ad una certa età si possa confondere la realtà vera con quella finta dei social network”.
Ha aperto ieri la sezione Un certain régard del Festival di Cannes il quinto film di Sofia Coppola, “The bling ring”, che con il suo “Somewhere” aveva vinto nel 2010 il Leone d’Oro a Venezia. Una storia di adolescenti, come la maggior parte dei suoi precedenti film. In questo caso adolescenti ossessionati dalle celebrities che si intrufolano nelle case di Orlando Bloom, Lindasy Lohan, e altri, tra i quali Paris Hilton, che nel film ha un piccolo cameo e ha permesso alla troupe di girare una scena dentro la sua vera casa, per vivere qualche minuto da vera star.
“Bling” nello slang americano è traducibile come “ornamento vistoso”, lo stesso genere di cose che la banda di adolescenti ruba nelle ville dei vip, mente impazzisce di fronte agli armadi pieni di scarpe firmate Laboutin, alle vetrine dei gioielli e agli abitini di paillettes mentre infilano nelle Vouitton tutto il possibile prima di scappare a festeggiare con alcool e cocaina. Vezzo del gruppo, fotografarsi durante le rapine in pose da star e postare le immagini sui social network.
Tutto bene fino a che, nella realtà, i componenti della “gang” non sono stati arrestati: tra il 2008 e il 2009 avevano sottratto oltre 3 milioni di dollari, e la pena inflitta è stata da uno a tre anni di reclusione, sotto gli occhi increduli dei genitori. Nel cast troviamo Emma Watson (nei panni della vera Alexis Neiers) Israel Broussard, Katie Chang, Taissa Farmiga, Claire Julien e Leslie Mann.