Sconvolgente il caso di una ragazzina francese che durante una gita a Berlino subisce una violenza sessuale e viene cacciata dall’istituto religioso che frequentava. Il motivo? Non ha rispettato il coprifuoco.
La ragazza ha solo 15 anni e per questo Le Figaro, dando la notizia, ha utilizzato lo pseudonimo di Manon, mentre la scuola confessionale che frequenta è la Notre Dame de la Provence, nella cittadina di Thionville, in Lorena. Prima di partire per la gita studenti e genitori avevano firmato un regolamento che prevedeva il divieto a lasciare le proprie stanze dopo le 22 e di consumare alcolici.
Il 28 maggio scorso invece, Manon e due compagne non danno retta al regolamento, e alle 22 si trovano a chiacchierare nel corridoio dell’ostello, dove incontrano un cittadino polacco di 18 anni conosciuto poche ore prima, che le invita in camera sua. Una volta nella stanza, dove si trovavano anche due amici del ragazzo, alle francesi viene offerto da bere e poco dopo Manon subisce una violenza.
Quando, due giorni dopo, la studentessa racconta quanto accaduto ad un’insegnate, scatta una denuncia alla polizia di Berlino,e mentre le forze dell’ordine tedesche avviano le indagini sulle dinamiche del fatto, la scuola pensa bene di espellere le tre studentesse per non aver rispettato il coprifuoco. L’avvocato della scuola, Hervè Renoux, ha aggravato la situazione con frasi come: “è anche colpa delle studentesse, perché un eccessivo consumo di alcolici ha causato un comportamento inappropriato”
La famiglia della ragazzina aggredita, pur essendo d’accordo con una punizione per non aver rispettato le regole della scuola, si trova in totale disaccordo su un provvedimento così grave nei confronti di una ragazza che per di più sta vivendo un forte trauma, ed ha deciso di fare ricorso e chiedere la revoca del provvedimento.
L’avvocato della famiglia di Manon, Richard Maupellier, ha anche sottolineato come sarebbe stata necessaria una maggiore sorveglianza sugli studenti da parte degli insegnanti, invece nessuno si è assunto le proprie responsabilità e hanno preferito cacciare la studentessa sperando di evitare una questione troppo spinosa.