Per la prima volta dopo l’approvazione della legge 40 in materia di fecondazione assistita, si assiste a una netta inversione di tendenza: aumentano le coppie che ricorrono a questa tecnica e i cicli di fecondazione, ma diminuiscono le nascite.
A segnalarlo è la relazione dei Centri del 2011 presentata ieri in Parlamento.
Se infatti le coppie che chiedono la fecondazione assistita aumentano, diminuisce l numero effettivo di gravidanze (dell’ 1,4%), anche a causa del fatto che sono diminuiti i parti trigemini, rischiosi sia per il nascituro che per la madre.
Il Ministro della Salute Lorenzin spiega come questo sia un dato preoccupante, che verrà seriamente preso in esame analizzando la situazione di ogni singolo centro.
Secondo la relazione, l’età media dei genitori che ricorrono alla fecondazione assistita è di 36,5 anni, mentre per le coppie che ricorrono alla fecondazione in provetta l’età si alza ai 40 anni per le donne e ai 39,9 anni per gli uomini.
In aumento anche il numero degli embrioni congelati: dal 2008 quando questi erano 763, c’è stato un aumento progressivo per arrivare ai 18798 del 2011.
I dati della relazione sottolineano un fatto positivo, ossia che con l’intervento della corte di cassazione del 2009 ci sono state meno gravidanze plurime e meno aborti proprio per il limite numerico degli embrioni che è possibile impiantare secondo i limiti della legge 40.
Infine l’avvocato Gallo, che ha difeso molte coppie che hanno fatto ricorso contro la legge 40, spiega come ci sia stata una riduzione dei fondi stanziati dal governo per la prevenzione dell’infertilità: “Ci chiediamo come mai il Ministero in un momento così delicato e una spesa sanitaria in deficit non adotti provvedimenti nei confronti delle 6 regioni che non hanno dato i rendiconti sull’utilizzo dei fondi stanziati dalla legge 40 per la fecondazione assistita.”