Poche ore dalla feroce invettiva di Olivia Nuzzi, stagista per la campagna elettorale del politico statunitense Antony Weiner quando si è candidato a sindaco di New York, arriva un commento da parte della portavoce dell’ex-aspirante sindaco, Barbara Morgan, che non ha risparmiato gli insulti indirizzati alla Nuzzi, definendola con vari sinonimi di “prostituta” tipici dello slang più triviale e frasi come “bella la tua fottuta foto sulla copertina di Daily News. Quanto scommetti che non troverai mai più un altro lavoro in città?”.
Come ha commentato Sally Cohn sul sito thedailybeast.com, questa situazione fa sorgere un paio di domande: innanzitutto quanto debba essere basso il livello di immoralità di Weiner e di tutto lo staff della sua campagna? La Cohn fa notare: un conto è fare sesso telefonico sotto lo pseudonimo di Carlos Danger (riferendosi ad uno scandalo di qualche tempo fa, quando furono rese pubbliche le chat di Weiner con una pornostar), un altro è usare in pubblico un atteggiamento così volgare.
La seconda questione va ben oltre la figuraccia di Weiner, e riguarda la controversa questione del rapporto capo-dipendente, quando il capo è una donna. Se è vero che le donne sono i migliori mentori, è anche vero che fa molto più male quando è una donna ad insultarti e secondo gli studi, le lavoratrici che hanno come capo una donna soffrono più spesso di mal di testa e ansia: a differenza degli uomini, che scelgono a caso, le donne tendono più spesso a sfogarsi sulle altre donne.
Inoltre nelle aziende dove ci sono donne “ai piani alti” è difficile che altre donne arrivino ad occupare le stesse posizioni, un riflesso della società patriarcale nella quale viviamo e nella quale ci sia aspetta che le donne combattano tra loro anziché allearsi. Se questo accadesse, sarebbe più facile fare squadra e incoraggiarsi a vicenda, mentre la portavoce Barbara Morgan ha dato un perfetto esempio di come essere maligni anziché costruttivi, rafforzando stereotipi vecchi di secoli.