Speranza di una vita normale per il piccolo Charlie Cobb, 18 mesi, nato a Brighton, Inghilterra, con una grave malformazione cardiaca diagnosticata alla ventesima settimana di gravidanza. La madre, un’infermiera di 26 anni, ha deciso di portare avanti la gestazione nonostante nei bambini colpiti da malformazioni come quella di Charlie, il tasso di mortalità sia molto elevato, intorno al 10-20%. Charlie soffre della sindrome del cuore sinistro ipoplasico; il cuore ossia manca della sua parte sinistra. I primi mesi di vita del bambino sono stati molto difficili, trascorsi in ospedale tra interventi e infezioni contratte durante il ricovero.
Come ha spiegato il dott. Adriano Carotti, responsabile di cardiochirurgia del Bambino Gesù di Roma, si tratta di un iter comune ai bambini affetti da questa sindrome: “è diviso in 3 tappe, finalizzato a creare una palliazione fino a separare le circolazioni del cuore nel corso di 3 interventi. Il primo si fa poco dopo la nascita, il secondo tra i 6 e i 7 mesi e il terzo intorno ai 2 anni di vita“.
Louise, madre di Charlie, ha visto la speranza di far vivere al figlio una vita normale durante l’attività di acquaticità motoria: il piccolo in acqua reagisce bene, senza lo sforzo che per lui costituiscono attività come camminare o correre, e anche fuori dall’acqua il piccolo migliora giorno dopo giorno.
Ha raccontato Louise: “Non sono un dottore ma ono convinta che il nuoto in piscina lo abbia aiutato e ci andiamo tutte le settimane. Quando corre per casa resta senza respiro, in acqua non accade mai, il nuoto lo sta aiutando a rafforzare il cuore. Anche il suo cardiologo non riesce a credere a quanto sia migliorato e anche l infermiere non credono ai loro occhi ogni volta che lo portiamo alle visite“.
Una situazione questa considerata normale per i bambini solo dopo il secondo e ancor pià dopo il terzo stadio, quando gli è permesso svolgere attività fisica non agonistica, tanto che per loro si prospetta una vita quasi normale.
Restano due incognite, come spiega ancora il dott. Carotti: molti dei bambini affetti da questa problematica andando avanti negli anni potrebbero aver bisogno di un trapianto di cuore e, secondariamente, è possibile fare una valutazione completa della loro situazione quando giungono all’età scolare e si può verificare la loro capacità di apprendimento sui banchi di scuola.