Marjie Middleton è un’ostetrica di Medici Senza Frontiere che quest’anno ha passato diversi mesi lavorando in Siria sul confine con il Libano. L’organizzazione ha voluto la sua collaborazione dopo essersi accorta che in quell’area non esistevano cure adeguate in merito alla salute delle donne. Esistevano infatti sette cliniche capaci di affrontare problemi di primo soccorso ma nessun tipo di assistenza pre e post-natale.
Grazie all’intervento della Middleton sono state aperte quattro strutture specializzate sulla salute della donna e sulla gravidanza. Se in Siria sono soprattutto le ferite di guerra ad essere considerate un’emergenz, altrettanta considerazione dovrebbe essere riservata alle donne in gravidanza. La maggior parte dei rifugiati infatti, passa il confine nella zona della Beeka Valley, che è una delle zone più povere del Libano.
La Middleton ha parlato con le donne provenienti da Aleppo, Damasco e altre località della Siria, per scoprire che è da più di due anni che non hanno accesso a nessun tipo di assistenza medica. Questo si è tradotto in conseguenze drammatiche come l’alta percentuale di bambini nati morti, e il timore che una seconda gravidanza possa concludersi allo stesso modo.
Ascoltando le testimonianze di queste donne spaventate e disperate, l’ostetrica di Medici senza Frontiere si è imbattuta in storie angoscianti, come quella di una donna che, dopo una prima gravidanza conclusasi con la morte del figlio che portava in grembo, era di nuovo incinta e in cerca di cure.
Dopo un viaggio di 45 minuti per recarsi da un ginecologo libanese, ha scoperto che potevano esserci dei problemi e che sarebbe dovuta tornare per un secondo controllo, cosa che la donna non poteva permettersi viste le condizioni di gravissima indigenza della sua famiglia.
La Middleton ha raccontato:”abbiamo cercato di aiutarla ma abbiamo perso i contatti. Pensiamo che probabilmente sia tornata in Siria a cercare assistenza”.
La storia di una seconda donna siriana si è conclusa meglio. Incinta al nono mese e già madre di un bambino fortunatamente sano, la donna ha raccontato come fosse rimasta sola dopo che il marito, camminando per strada, era stato colpito a morte da un proiettile. Lei e il figlio hanno attraversato il confine con il Libano completamente soli e senza denaro.
Fortunatamente la donna ha chiesto aiuto a Medici senza Frontiere quando era a 10 giorni dal parto e grazie all’assistenza ricevuta ha potuto dare alla luce serenamente il suo bambino.