Tre anni fa, Katie Breland Hughes, una ragazza americana, stava guidando verso un appuntamento di lavoro. Di professione personal trailer e assistente terapista, la giovane mancò uno stop: un camion che sopraggiungeva dalla parte opposta centrò in pieno la sua vettura. Nello scontro Katie spaccò il parabrezza passandoci attraverso finendo in un fosso mentre la sua macchina in fiamme si schiantava sopra di lei. Sopravvisse, rimanendo cosciente tutto il tempo mentre la prima cosa che si chiese fu: la mia spina dorsale è spezzata? Una volta in ospedale i medici le dissero che non avrebbe mai più potuto camminare, ma nel corso di un intervento chirurgico durato nove ore per inserire barre e piastre lungo la schiena nel tentativo di stabilizzarla, scoprirono che la spina dorsale di Katie non era stato recisa come si pensava. Era tutto quello che avevo bisogno di sapere, racconta oggi la donna, le mie preghiere erano state ascoltate. Nel corso di questi anni, ha raccontato ancora, ha subito innumerevoli interventi chirurgici di innesti cutanei per le numerose bruciature che aveva subito: il mio primo obbiettivo era riuscire a sedermi sul letto, dice. Un’altra cosa sapeva, anche se non era fidanzata con nessuno: se mai avessi dovuto sposarmi, non avrei mai accettato di percorrere la navata della chiesa fino all’altare su una sedia a rotelle. Da quel giorno la donna si è impegnata in cure estenuanti per riuscire a tornare a camminare. E dopo essersi fidanzata, è riuscita a coronare il suo sogno. Aiutata da due speciali imbragature alle gambe nascoste sotto la gonna di un abito matrimoniale confezionato appositamente e sorretta da un lato dal padre e dall’altro dal fidanzato, è riuscita a percorrere la navata della chiesa fino all’altare come aveva sempre sognato: camminando.