Un nigeriano di 32 anni, Valentine Omwanta, sarebbe accusato di violenza sessuale su due donne, una avvenuta nel settembre 2022 e una nel maggio scorso alla Garbatella e ad Anzio. L’uomo, secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, nel 2016 era stato arrestato per aver massacrato una donna a Trapani e, dopo aver trascorso un periodo in carcere, si era rifugiato in un centro per richiedenti asilo. Attualmente si troverebbe in cella a Velletri e sarebbe stato raggiunto da una misura cautelare per i due episodi più recenti, inchiodato dal Dna.
Gli inquirenti, secondo il quotidiano, non escluderebbero la presenza di altre vittime e il profilo potrebbe essere quello di uno stupratore seriale. Sulla posizione del nigeriano graverebbero elementi di notevole interesse investigativo come l’esito delle analisi delle celle telefoniche che lo collocherebbero alla Garbatella nell’orario in cui una 44enne è stata aggredita l’anno scorso. La violenza ricalcherebbe, per modalità ed efferatezza, quanto accaduto a una 19enne ad Anzio pochi mesi fa.
Violenze a Garbatella e Anzio, nigeriano accusato di essere uno stupratore seriale avrebbe tentato di soffocare le vittime
Secondo quanto descritto dagli inquirenti, il nigeriano sospettato di essere uno stupratore seriale entrato in azione in almeno tre episodi di aggressione nei confronti di altrettante donne a Trapani, alla Garbatella e ad Anzio, sarebbe violento e spietato e avrebbe tentato di soffocare le sue vittime. Non si esclude che possa aver agito contro altre donne oltre quanto già oggetto di indagine. Il primo fatto noto risale al 2016, ricostruisce Il Corriere, quando Valentine Omwanta era stato arrestato con l’accusa di aver massacrato di botte una donna di 57 anni fuori da un centro ricreativo a Trapani. Ad accomunare i tre episodi non solo le modalità di azione, ma anche il fatto che le vittime sarebbero state tutte rapinate.
Il nigeriano, arrivato in Italia su un barcone con altri migranti pochi mesi prima, si sarebbe rifugiato nel Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Mineo e i carabinieri lo avrebbero rintracciato per eseguire l’arresto per tentato omicidio. All’epoca della prima aggressione, però, non erano implementati i protocolli attuali sulla comparazione del Dna e per questo non è chiaro se, prima della violenza di Trapani, sia stato coinvolto in fatti simili ai danni di altre donne.