DPCM E RISTORI/ La retromarcia di Conte per tenersi stretto palazzo Chigi
La strategia dell’emergenza di Conte e del Pd deve ora fare i conti con le proteste di piazza e dovrà essere rivista per non perdere palazzo Chigi

Il Governo ha varato il Decreto ristori con cui punta a compensare le categorie penalizzate dalle restrizioni stabilite con l’ultimo Dpcm. Restrizioni che sono state contestate da Italia Viva (“Chiudere i ristoranti alle 18 non diminuisce i contagi: aumenta i disoccupati”, ha detto Matteo Renzi intervistato dal Quotidiano nazionale) e che continuano a generare proteste che, ancora l’altra sera, hanno portato a scontri in piazza a Roma, proprio mentre il Premier Conte, con i ministri Gualtieri e Patuanelli, presentava i provvedimenti presi in conferenza stampa. Secondo Francesco Forte, ex ministro delle Finanze e per il Coordinamento delle politiche comunitarie, l’esecutivo ha scelto di seguire una strategia che gli sta però sfuggendo di mano, come dimostrano proprio le proteste di piazza. «Innanzitutto – è la sua premessa – bisogna dire che non sembra esistano delle indagini sugli effettivi contagi in bar, ristoranti, palestre e in tutte le altre attività che sono state limitate. È quindi difficile dire, non essendoci basi statistiche, se aver anticipato gli orari di chiusura di alcuni esercizi o non consentirne affatto l’apertura genera realmente un beneficio per la salute».
Questa sorta di mini-lockdown non andava fatto a suo modo di vedere…
No, salvo dove ci sia una grande contaminazione, come in una zona rossa, dove però si chiude tutto, non solo alcune attività. Non bisogna dimenticare poi che erano state fissate delle regole per poter operare in sicurezza ed evitare i contagi. Se quindi un esercente ha rispettato le regole, perché ora è ritenuto “pericoloso”? Se si ritiene che alcuni di loro non abbiano rispettato le prescrizioni, allora vuol dire che non ci sono stati sufficienti controlli.
La decisione è stata comunque presa e il Governo ha previsto anche dei ristori. Cosa pensa di quest’ultimi?
Trovo che siano ristori fatti un po’ a casaccio, che in alcuni casi possono anche indurre le attività che hanno avuto limitazioni orarie a chiudere del tutto per ridurre i costi fissi. Altre invece, quelle per esempio che si sono ingegnate per fare consegne a domicilio, ne trarranno un beneficio. Chi ci perde sono i fornitori di tutte queste attività, che non hanno ristoro. C’è tutto un indotto danneggiato e non considerato.
Il Dpcm sembra anche aver generato nuove tensioni nella maggioranza. Come vede la situazione?
C’è la tendenza politica ad aggravare la situazione per tenere insieme una coalizione barcollante ed evitare, tramite l’emergenza, che vi sia un cambio di Governo. L’obiettivo dei partiti di maggioranza resta decidere dove indirizzare le cospicue risorse del Recovery fund e scegliere il successore di Sergio Mattarella. L’emergenza consente anche di non affrontare il problema della preparazione delle prossime elezioni amministrative. Mi hanno colpito in questo senso le parole del Sindaco di Milano, Beppe Sala, che ha avanzato il dubbio sulla possibilità che si voti realmente a maggio. Ci sono poi altre considerazioni che si possono fare.
Quali?
Il Movimento 5 Stelle per diverso tempo è stato in parte sulle posizioni dei no vax e quindi potrebbe non tollerare a lungo le attuali misure restrittive. Il Pd teme questa situazione e al suo interno non è a sua volta compatto, soprattutto per quanto riguarda la scelta del nuovo capo dello Stato. C’è anche una lotta per i centri di potere, compresi quelli economici: pensiamo a Invitalia, che potrebbe gestire l’importante partita della riconversione dell’ex Ilva. Di fatto l’emergenza serve a Conte per continuare a stare a palazzo Chigi e al Pd per evitare fratture al proprio interno.
Questa strategia funzionerà?
Purtroppo per loro contro questa operazione si è scatenata la folla. Si crea quindi un problema elettorale abbastanza pressante, oltre che di gestione dell’ordine pubblico. C’è anche il rischio di emulazione con proteste che potrebbero proseguire ed estendersi in diverse città.
Se la strategia della maggioranza non funzionerà si dovrà pensare a un Governo di unità nazionale?
La situazione è confusa e non riesco a capire cosa succederà. Non oso fare previsioni, ma ho l’impressione che i provvedimenti restrittivi, come si è capito dopo l’ultimo vertice di maggioranza, potrebbero essere mano a mano addolciti. Sempre che nel frattempo si riesca a migliorare l’organizzazione delle strutture di tracciamento sul territorio e sanitarie in generale per evitare pressione sugli ospedali.
(Lorenzo Torrisi)
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