IL DISCORSO DI DRAGHI IN PARLAMENTO
Dopo aver presentato il suo Rapporto sulla competitività al Parlamento europeo nel settembre scorso, Mario Draghi lo ha fatto in quello italiano, parlando di difesa Ue e dazi, debito e sovranità, Nell’audizione davanti alle commissioni Bilancio, Attività produttive e Affari europei di Camera e Senato, l’ex premier è partito dagli Stati Uniti, e in particolare dalle loro politiche protezionistiche che stanno sconvolgendo i rapporti internazionali e commerciali.
Infatti, in merito ai dazi, ha preannunciato nel discorso che “avranno un forte impatto sulle imprese italiane ed europee“. La guerra commerciale, comunque, era prevedibile, il problema è che “l’Europa è più vulnerabile di tutti gli altri” perché gran parte del suo Pil è legato alle esportazioni, quindi “ci colpiscono di più di quanto possiamo fare noi a loro“.
ENERGIA, INNOVAZIONE E DEREGOLAMENTAZIONE
L’Ue si ritrova poi da sola, con un alleato che ha cambiato politica estera sulla Russia, mettendo in dubbio così la sicurezza europea. D’altra parte, l’Europa avrebbe dovuto occuparsi della difesa già da tempo, visto che Trump aveva preannunciato il suo disimpegno. Più semplicemente si è ridotto il tempo, bisogna agire in fretta, ha proseguito Draghi.
Nel suo intervento ha trovato spazio anche una riflessione sul costo dell’energia, un problema importante perché le aziende si ritrovano “in perenne svantaggio nei confronti dei concorrenti stranieri“. Ciò incide anche sullo sviluppo di nuove tecnologie, quindi sull’innovazione. Oltre a chiedere trasparenza e vigilanza, Draghi auspica un miglior coordinamento della domanda.
L’Italia, però, non può restare in attesa delle mosse europee, da cui comunque si aspetta una deregolamentazione per fare meno confusione tra le norme che, essendo troppo frammentate, poi diventano penalizzanti. Molto critico è, invece, sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale, perché “il ritardo europeo è probabilmente incolmabile“.
LA DIFESA UE E I NODI SOVRANITÀ E DEFICIT
Il frazionamento poi rappresenta un freno anche sul fronte difesa, infatti superando questo problema ci sarebbe un maggior ritorno industriale e un rapporto più equilibrato con gli Usa. Di sicuro per Draghi la difesa è un tema importante, perché comporta uno sviluppo della tecnologia digitale, non si riduce solo a un discorso di armi. Il consulente speciale della presidente della Commissione Ue nell’audizione ha precisato che è inevitabile la cessione della sovranità nazionale. Infatti, a chi gli chiede se sia necessario, lui ha ribadito: “Beh, certo“.
Nell’ultima parte del suo intervento, però, l’ex premier ha lanciato un monito riguardo le espansioni del deficit, che non potranno essere importanti, visto che gli spazio di bilancio sono ridotti. Quindi, non si può pensare di ridurre spesa sociale e sanitaria. Per questo bisogna ricorrere al debito comune. Quindi, l’Europa secondo Draghi deve “agire come se fosse un solo Stato“.
Ciò si traduce in una “maggiore centralizzazione delle decisioni e delle capacità di spesa“, ma non è l’unica strada. L’alternativa è “un coordinamento più rapido ed efficace tra i Paesi“. In ogni caso è ritenuto fondamentale il ruolo dei Parlamenti nazionali ed europeo.