Da benzinaio e meccanico a cantante, nel corso della sua vita Drupi, Giampiero Anelli, ha fatto svariati mestieri. Tra passione e necessità, il cantautore pavese ha cercato di trovare il giusto equilibrio. Debuttò giovanissimo nel mondo della musica con una band di quartiere. All’età di ventisei anni si ritrova sul palco dell’Ariston, con il brano Vado via, con cui si classifica ultimo. Drupi si rimbocca le maniche e i successi non tardano ad arrivare. Con brani del calibro di Fammi volare, Era bella davvero, Un uomo in più e Voglio una donna arriva un importante riconoscimento da parte del pubblico.
Agli inizi degli anni ottanta torna sul palco dell’Ariston, con un pezzo realizzato insieme ai New Troll. Il più grande successo di sempre è forse quello sfornato nel 1984, con Regalami un Sorriso. Collaborerà anche con l’indimenticabile Giorgio Faletti, con Maledetta musica scritta. Curioso che nel corso della sua carriera, Drupi rifiuterà parecchi inviti televisivi, compromettendo in parte la sua crescita.
Giampiero Anelli, perché ha scelto di chiamarsi Drupi? La curiosa motivazione dietro la sua decisione
Eppure nell’est Europa la notorietà dell’artista vola e supera persino Elton John. Negli anni però hanno fatto più discutere alcune sue dichiarazioni, che altro. Basti pensare quando al Corriere della Sera bocciò completamente alcuni dei cantanti più in voga al momento. Da Lazza a Mahmood, passando per Annalisa: Drupi stroncò tutti.
“Annalisa usa quattro accordi in croce, Mahmood lo ascolti e pensi che audio del menga”, le sue riflessioni. Uscite che ovviamente hanno acceso il dibattito sul web, con Drupi, pseudonimo di Giampiero Anelli, al centro della polemica. A proposito del suo nomignolo, forse non tutti sanno che lo scelse in omaggio ad una recita scolastica in cui da piccola aveva interpretato un simpatico folletto che portava proprio questo nome.