VENETO E LOMBARDIA, LA LEGA GUARDA ALLE REGIONALI: “SERVE SCEGLIERE IL MIGLIORE, BASTA LOGICA SCAMBI”
La Lega di Matteo Salvini riuscirà a “tenere” il Veneto e anche la Lombardia? Il discorso è lungo e probabilmente ancora agli albori, eppure nel Centrodestra i prossimi appuntamenti elettorali potrebbero già mettere in campo scenari che dal 2025 si allargano fino addirittura al 2028, dopo le Elezioni Politiche dove il Governo Meloni spera di concretizzare l’attuale importante vantaggio di consensi al giro di boa della Legislatura. In particolare, con le Elezioni Regionali in Veneto nei prossimi mesi, la discussione in casa Centrodestra vede la chiara rivendicazione della Lega sulle due più importanti Regioni del Nord Italia, specie dopo la sentenza della Consulta che ha bocciato il terzo mandato potenziale di Luca Zaia.
Intervistato da “Panorama” e “La Verità” il vice segretario Claudio Durigon ha provato a fare il punto dello scenario politico in discussione presso il Governo, a partire dalle legittime aspirazioni del Carroccio che già con il segretario rieletto all’ultimo Congresso Matteo Salvini ha posto il tema come centrale: «sicuramente il Veneto rimarrà alla Lega, è una roccaforte imprescindibile». Secondo il sottosegretario al Ministero del Lavoro, la sentenza della Corte Costituzionale contro il terzo mandato è un grave errore politico e giuridico in quanto ha poco senso porre limiti ai mandati di cha un plebiscito popolare, da Zaia e De Luca, il tema non cambia.
Per il futuro delle Regioni in Veneto Durigon sottolinea che le radici non vanno mai tolte dal terreno e così verrà ribadito agli alleati affinché «sia necessario che la Regione resti alla Lega»: al netto dell’intesa che verrà trovata, a prescindere dai possibili nomi alternativi a Zaia, come il segretario della Liga Veneta Alberto Stefani o il sindaco di Treviso Mario Conte. Il nodo è però l’ipotesi di uno “scambio” politico tra Veneto e Lombardia da giocarsi con Fratelli d’Italia: Meloni potrebbe lasciate il post-Zaia alla Lega, puntando però sulle prossime Elezioni Regionali in Lombardia nel 2028.
DURIGON SU VANNACCI E IL “TRUMPISMO”: “MEGLIO DEL BAZOOKA DI VON DER LEYEN…”
Sia Romeo che lo stesso Governatore uscente Fontana hanno già escluso che la partita sia “chiusa” con il Pirellone a FdI e Durigon si inserisce nella stessa scia: «pensare già oggi per il 2028 è prematuro», ma ciò che è certo è che si avrà ancora un Governo di Centrodestra e che un’intesa sarà trovata. Occorre uscire dalla logica dello scambio, spiega ancora il vicesegretario della Lega a “Panorama”, ovvero puntare a preordinare quali candidati lanciare: «serve scegliere il migliore che possa vincere per amministrare bene».
Con una Lega e un Salvini sempre più forti, nei sondaggi come nei consensi sul territorio, Durigon rivendica un futuro prossimo con la crescita ulteriore del partito all’interno della coalizione di Governo: il Carroccio sconta l’essere entrati nel Governo Draghi, dove l’unica all’opposizione – FdI di Giorgia Meloni – è poi quella esplosa nei consensi prima delle scorse Elezioni. Ora però, con le posizioni forti contro la Commissione Europea di Von der Leyen e a favore di un dialogo proficuo con l’amministrazione Trump la Lega punta a lanciare la sua sfida per le prossime Politiche 2027.
Il “trumpismo” resta una bussola nella “nuova” Lega, «i sovranisti sono determinanti oggi», al netto dei modi e dei toni di Donald Trump che non sempre piacciono come ha giustamente sottolineato il vicepremier Salvini dopo la battutaccia sui leader UE che “baciano il c…”. Qui Durigon non difende la battuta ma va oltre, spiegando di mantenere pienamente i rapporti con Vance e Musk, mentre Meloni da leader del Governo parla direttamente con il Presidente USA: «io guardo la politica e non le esternazioni», anche perché se no «vogliamo parlare del bazooka di Ursula?!».