Interessantissima scoperta effettuata presso il prestigioso MIT di Boston: è stato realizzato un materiale che permette di ottenere un’ebollizione dell’acqua più veloce rispetto ai tempi conosciuti fino ad ora. I ricercatori del Massachusetts Institute of Technology hanno massimizzato la resa di due parametri che sono coinvolti nel processo di ebollizione, ovvero, coefficiente di scambio termico e il flusso di calore critico. Come si legge sulla pagina Instagram di Thepipol, quando si progettano dei materiali è impossibile migliorare uno dei due suddetti parametri senza peggiorare l’altro, e questo avviene perchè «se ci sono molte bolle sulla superficie vuol dire che l’ebollizione è molto efficiente; ma se abbiamo troppe bolle sulla superficie, queste possono fondersi, creando una pellicola di vapore sulla superficie di ebollizione», le parole del coordinatore dello studio presentato dal MIT, Youngsup Song.
Il nuovo materiale prodotto è in sostanza una pellicola che introduce una resistenza che rende più difficile il trasferimento del calore fra l’acqua e la superficie calda. In poche parole, sul nuovo materiale portato alla luce dall’istituto americano, le bolle rimangono separate e ferme in dei punti precisi, invece che diffondersi in tutta la superficie, e ciò rende l’ebollizione dell’acqua senza dubbio più efficiente.
MIT BOSTON SCOPERTO MATERIALE CHE RIDUCE I TEMPI DI EBOLLIZIONE: PER ORA SOLO IN LABORATORIO MA…
Per ottenere questo incredibile risultato, gli scienziati hanno lavorato sia a livello micro quanto nanoscopico, creando così sulla superficie dei “buchi”, delle microcavità distanti due millimetri l’una dall’altra, in grado di mantenere le bolle al loro posto, minimizzandone poi la fusione, e ricoperte da nanostrutture che favorisco appunto l’ebollizione.
Così facendo, spiega ancora Thepipol, si ottiene l’ebollizione massima in un tempo minimo, riducendo i tempi ma soprattutto il consumo energetico. Per ora il progetto risulta essere relegato al laboratorio del MIT e non è applicabile a livello industriale, ma in ogni caso rappresenta un’ottima base di partenza su cui lavorare: «Questa stessa struttura – conclude Song – su diverse scale di grandezza potrebbe essere utilizzata per diversi liquidi, adattando le dimensioni in base alle proprietà dei liquidi».