Il nuovo e recente decreto sull’ecobonus del 2025 e in ambito di edilizia pubblica, ha ammesso in manovra le società cosiddette “ESCo“. Si tratta di imprese specializzate e attive nella distribuzione energetica a favore di cittadini con evidenti difficoltà economiche e sulla quale è possibile accettare dei benefit fiscali.
Il nuovo incentivo tuttavia, fa riferimento ai lavori di riqualificazione energetica incaricati e gestiti, direttamente o indirettamente dallo Stato italiano. Per garantire e godere fino al 100% del contributo ammesso in manovra è indispensabile soddisfare determinati requisiti.
Le condizioni per ricevere l’ecobonus 2025 nell’edilizia
Anche l’ecobonus del 2025 coinvolge il settore dell’edilizia, prevedendo di migliorare l’energia e contribuire ad accelerare la transizione green. Affinché le compagnie di energia ESCo possano risultare “ammesse in manovra”, devono soddisfare determinate condizioni.
Dato che l’ecobonus viene garantito soltanto nell’ambito delle costruzioni pubbliche, il primo requisito deve riguardare gli investimenti in progetti in unità immobiliari e residenziali di natura “pubblica”. In secondo luogo, è indispensabile installare o prevedere il montaggio di sistemi di climatizzazione che mirano a migliorare l’efficienza energetica per una percentuale minima al 30%.
I metodi con la quale viene garantito l’incentivo sono due, un connubio perfetto tra finanziamenti e contributi. I prestiti sono ammessi – su domanda delle società ESCo – purché l’ammontare richiesto non sia oltre il 35% delle spese previste per finalizzare gli interventi.
Il finanziamento è ammesso anche qualora lo stesso venga garantito da istituti bancari dotati di garanzia SACE e con soglia massima corrispondente all’80%.
La sovvenzione – gestita dal soggetto GSE – corrisponde al 65% (in percentuale specifica) e mira a coprire le spese da affrontare per finalizzare il progetto.
Invio telematico
Attualmente il decreto relativo all’ecobonus 2025 e destinato alle ESCo, non è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, motivo per cui non è dato conoscere l’iter di invio e né tanto meno la data.
Tuttavia, quel che sappiamo attualmente è che saranno le dirette interessate (le aziende specializzate in energia) ad inviare i loro progetti – finalizzati all’investimento – direttamente ai GSE, da cui riceveranno risposta sia sull’esito che sulla quantificazione del contributo da destinare alle potenziali beneficiarie.