Dieci ore di discussioni e trattative, alla fine spunta il piano anti crisi e salva euro dell’Unione Europea. Si tratta di un pacchetto di misure per assicurare la salvezza delle banche (una ricapitalizzazione da 106 miliardi di euro), un fondo salva Stati da più di mille miliardi e nuovi aiuti alla Grecia per 130 miliardi. L’Unione si congratula con l’Italia per le sue proposte contenute nella lettera di impegni presentata ieri da Silvio Berlusconi, ma chiede immediata applicazione degli impegni stessi. Ecco i punti fondamentali del piano anti crisi approvato all’alba di stamane. Per quanto riguarda le banche si tratta di ricapitalizzare quelle sottoposte agli stress test, in tutto novanta. Entro giugno 2012 vanno trovati 106 miliardi di euro da impiegare, di cui 14,7 destinati a banche italiane. In questo modo il coefficiente patrimoniale andrà al 9%. Le banche per fare ciò dovranno agire da sole trovando capitali e poi chiedere eventualmente l’aiuto dello Stato. In ultima ipotesi interverrà il fondo salva stati Efsf. In fase di ricapitalizzazione le banche non possono dare via i distribuendo e i bonus. Il fondo salva Stati viene aumentato fino alla cifra di mille miliardi di euro. Per far ciò, verranno vendute assicurazioni sui titoli dei Paesi e si cercherà di attirare fondi da investitori stranieri come la Cina attraverso lo “special purpose vehicle” e istituzioni con il Fmi. Un secondo piano salva Grecia è da approvare entro la fine dell’anno, mentre l’intervento sui bond greci è da mettere a punto a inizio anno nuovo. L’UE ha espresso parere positivo sulla lettera di impegni del nostro governo, adesso chiede di presentare con urgenza il calendario della messa in atto delle riforme presentate. Il capitolo pensioni: si chiede all’Italia di presentare entro dicembre un piano preciso che spieghi come raggiungere l’obbiettivo contenuto nella lettera stessa. Commentando le proposte fatte dall’Italia alla UE, Berlusconi ha chiesto all’opposizione, che ha fortemente criticato il contenuto della lettera, di abbandonare i “panni stretti”.
Le riforme, ha detto il premier, non sono per gli interessi di una parte politica o di un’altra, l’opposizione deve smettere di dire sempre di no e lavorare con il governo per mettere in atto misure che servono a tutti, all’Europa e anche all’opposizione.