BANCHE E IMPRESE/ L’ultimatum: il governo agisca. O si dimetta
Le imprese italiane lanciano un ultimatum, l’ennesimo, a dire li vero, al governo chiedendogli di agire il più in fretta possibile o di fare le valige e andarsene a casa.

Le imprese italiane lanciano un ultimatum, l’ennesimo, a dire li vero, al governo chiedendogli di agire il più in fretta possibile o di fare le valige e andarsene a casa. In una nota congiunta hanno chiesto al premier Silvio Berlusconi e alla maggioranza di verificare se siano in grado, realisticamente, di far fronte agli impegni che la Bce ci ha chiesto di osservare ad agosto – quando l’Italia è stata costretta a varare una legge finanziaria con numerosi provvedimenti restrittivi, in termini di tagli e aggravio fiscale – e a quelli presi durante il Consiglio Ue del18 ottobre. Laddove la risposta dovesse essere negativa, si chiede al’esecutivo e al premier di rassegnare le proprie dimissioni. Il comunicato reca la firma di Confindustria, Abi, cooperative, Ania e Rete Imprese Italia. «La situazione sui mercati finanziari sta precipitando e il nostro Paese è al centro delle turbolenze internazionali. L’attuale condizione è insostenibile per l’Italia e per gli italiani», si legge. Le associazioni denunciano di non poter più assistere all’incremento continuo dello spread con i titoli tedeschi, né al costante crollo del mercato azionario italiano. Si rischia, secondo le aziende italiane, di veder mandato in fumo, nel giro di poche settimane, quello che stato costruito in decenni di attività. «Non si possono più negare i rischi, non si può più dire che non c’è fretta, non si possono più privilegiare considerazioni di modesto cabotaggio politico rispetto all’esigenza primaria di salvare l’Italia», continua il comunicato, specificando come ormai il tempo sia scaduto e non si può più parlare semplicemente di rischi, ma dei danni che già si sono verificati. Si tratta, a questo punto, di fermare «l’emorragia», evitando che la sfiducia degli investitori internazionali ci travolga del tutto. Nel concreto, secondo i firmatari, l’azione effettiva ed immediata del governo dovrebbe consistere nella repentina applicazione delle indicazioni della Bce di questa estate e della Consiglio europeo di mercoledì scorso. L’ultimatum delle imprese porta una scadenza, quella del G20 del 3 e del 4 novembre, a Cannes.
Per allora, il governo dovrà essere in grado di presentare alla comunità internazionale i risultati di quanto ha fatto finora. «Se ciò non avverrà – concludono le aziende -, il governo si assumerà una responsabilità storica nei confronti degli italiani e di tutta la comunità internazionale».
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