Oggi il leader del Carroccio, Umberto Bossi è tornato su un vecchio refrain leghista, opportunamente modificato; ha parlato, infatti, di “gabbie previdenziali”, qualcosa di simile, in linea di principio, per lo meno, alle più note gabbie salariali. Ma di cosa si tratta? Va detto, anzitutto, che la paternità dell’idea non spetterebbe a Bossi, bensì a Federico Caner, capogruppo, in Regione Veneto, del partito. Che, pochi giorni fa, aveva presentato la sua idea per metter fine alle inefficienze del sistema pensionistico. Stanando le pensioni di invalidità false, anzitutto; e “territorializzando” i compensi pensionistici. Ovvero, indicizzando l’assegno al Pil o agli effettivi contributi versati a seconda della zone di residenza. In maniera tale da far sì che i pensionati percepiscano in misura proporzionale a quanto hanno effettivamente versato nel corso della vita. La proposta si avvale di alcune considerazioni. Ad esempio, in alcune regioni del sud (Campania, Puglia, Sicilia e Calabria) l’importo della pensione media supererebbe del 50 per cento circa il pil medio procapite. Al nord, invece, il beneficio si attesta al 30 per cento. Analoga, e precedente, è l’idea di Gabbie salariali. Ma, questa volta, non si tratta di una trovata della Lega.
Ma di un sistema che, in Italia, è stato effettivamente applicato, tra il 1954 e il1972. Consiste in un sistema di calcolo dei salari basato su alcuni coefficienti come il costo della vita differenziato per Regione di appartenenza. Tali parametri vennero applicati in seguito ad un accordo sottoscritto il 6 dicembre del ’45 tra industrie e sindacati. Prevedeva, in pratica, che il lavoratore percepisse uno stipendio diverso a seconda della zona in cui lavorava. Entrato, nel ’46, in vigore solo per il Nord, successivamente il meccanismo fu esteso all’Italia intera che fu suddivisa in 4 zone. Nel 1954 le zone diventarono 14. La differenza tra la zona con il costo della vita più alto e quello più basso, faceva sì che vi fosse una sproporzione del 29 per cento. Quando, nel 1961, le zone furono ridotte a 4, la forbice si ridusse al 20 per cento.
Nel ’69 a causa delle proteste degli operai, vennero di fatto abolite per, poi, esserlo formalmente 3 anni più tardi. Si arrivò alla decisione dopo numerosi scioperi dei lavoratori di svariati settori. In particolare, il 12 febbraio del ‘69 i sindacati Cgil, Cisl e Uil diedero vita ad uno sciopero generale perché la gabbie fossero abolite.