BORSE/ Monti raffredda la temperatura dello spread (il punto alla chiusura)
Il senatore a vita Mario Monti, probabile prossimo presidente del Consiglio italiano, ha raffreddato la temperatura dello spread, sceso di nuovo sotto i 500 punti. GIANLUIGI DA ROLD

Sembrano arrivati tempi di bonaccia per piazza Affari e anche sui mercati europei. Il senatore a vita Mario Monti, probabile prossimo presidente del Consiglio italiano, ha, prima ancora di insediarsi a Palazzo Chigi, anzi, di ricevere formalmente l’incarico di formare il nuovo governo, raffreddato la temperatura dello spread, sceso di nuovo sotto i 500 punti, a un livello ancora alto, ma accettabile. Questo nuovo clima, mentre è passata la “legge di stabilità” in Senato, dovrebbe favorire l’asta sui Bpt di lunedì prossimo, dopo che l’asta dei Bot di ieri ha portato a risultati positivi, con un rendimento sotto quello che viene chiamato il “livello di guardia” del 7 percento. Insomma l’apertura della Borsa stamattina è stata buona e il Ftse Mib a mezogiorno guadagnava già un punto e mezzo in percentuale. Piazza Affari andava meglio delle altre piazze europee, che erano in territorio positivo ma con incrementi più bassi. Adesso il battage mediatico sulla credibilità politica italiana è rovesciato. Se prima si invocava Dio, come ha fatto il Finacial Times domenica scorsa, perchè Silvio Berlusconi si dimettesse, ora persino il tedesco Jurgen Stark (quello che si è dimesso a Borse aperte dalla Bce provocando un terremoto di vendite in nuna giornata) applaude a Monti, parla di “schiaffo” ai politici incompetenti. Dire che il contesto politico sia totalmente cambiato è addirittura superfluo. La politica sembra aver adddirittura modificato i fondamentali dell’economia e questo può essere un elemento di suggestione da tenere presente. In effetti la situazione compelssiva della zona euro, dopo le dichiarazioni fatte ieri dal vicecommissario europeo Oli Rehn, non è affatto positiva. Le stime di crescita sono tutte riviste e orami si sa che i prossimi due anni saranno di “sofferenze”. Rehn ha parlato di bassa crescita, di stagnazione e del rischio di una recessione. In più, resta a pelo d’acqua il “problema Francia”.
Il fatto che ieri si sia sparsa una notizia sul dawgrade francese e poi sia arrivata una smentita, per l’errore commeso, dall’agenzia di rating StandardPoor’s”, lascia un po’ tutti perplessi. Difiicile comprendere di che cosa si sia trattato esattamemnte e di come ipotizzare il futuro del debito sovrano francese. Il problema vero è che sia la Germania che la Francia hanno banche in grande sofferenza per i titoli greci che hanno in portafoglio. Che lo stesso deficit francese, come ha detto ieri Oli Rehn, è troppo alto e ci voglio no manovre aggiuntive da parte di Parigi. E’ probabile che, sistemata la situazione greca, risolto il nodo politico italiano, sorprese possano venire proprio da Parigi. Intanto, al gior di boa, il Ftse Mib di piazza Affari guadagna il 2,17. Il Dax tedesco è sopra dell’1,34 e il Cac 40 francese è in rialzo dell’1,36.
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