Il tonfo di Piazza Affari, ieri, si è udito agli antipodi del globo; l’Ftse Mib ha chiuso a -6.87%, ed è sceso sotto la soglia psicologica dei 15mila punti, mentre lo spread con i titoli tedeschi ha superato quella dei 450. Un tragedia. Non solo per gli addetti ai lavori o le grandi aziende quotate in borsa, quanto per i semplici cittadini. Gran parte dei quali, infatti, possiede azioni o titoli di Stato. L’episodio di ieri, del resto, non è che l’epilogo di una crisi del mercato azionario che va avanti da mesi. Come deve comportarsi, quindi, il risparmiatore medio? Secondo Paolo Negri, consulente finanziario interpellato da ilSussidiario.net, «la premessa è che non esiste un portafoglio che vada bene per tutti; è possbile costruirlo in maniera coerente con un certo profilo di rischio o un certo orrizzonte temporale. Ma l’importante è non prendere un modello come riferimento ed applicarlo a prescindere dalla propria capacità di tollerabilità del rischio». Detto ciò, come sostengono in molti, non è escluso che, paradossalmente, investire adesso in azioni o in titoli di altra natura potrebbe rivelarsi un’opportunità. «Può valer la pena. A patto di saper fare un’accurata selezione. Il discorso vale per la azioni come per i titoli corporate, di Stato o no». Ad una condizione: «l’investitore deve aver la possibilità di diversificare. Su tanti titoli e su mercati diversi. Idem per il mercato obbligazionario. Per inciso, oggi le banche versano in una grave crisi di liquidità e per ottenere risorse sono disposte a offrire tassi di rendimenti elevati. In tal senso, affidarsi ai prodotti di una singola banca sarebbe un errore». Diversificare, quinidi. Quanto è in grado di farlo, tuttavia, l’investitore medio? «Ben poco – spiega Negri -. Un buon portafoglio azionario, infatti, deve essere diversificato almeno su 50 titoli. Significa che occorre disporre di qualche centinaia di migliaia di euro. A meno che non ci si rivolga a forme di risparmio gestito, utilizzando i fondi per investire. In questo caso, sono sufficienti, ad esempio, 3mila euro». Nel concreto, ci sono dei punti da seguire.
«Molti degli investitori che si chiedono, oggi, cosa fare, hanno già delle posizioni aperte. La prima delle operazioni, quindi, consiste in un check up della propria situazione. Ci sono società di consulenza che fanno questo. E, in seguito, offrono soluzioni personalizzate. Certo, i promotori finanziari rappresentano una categoria ampia, all’interno del quale vi sono professionalità molto diverse». Resta da capire, quindi, che criteri adottare per scegliere. «Il metodo migliore per capire a chi affidarsi è il passaparola. Meglio, inoltre, rivolgersi a società indipendenti dal mondo bancario e dalle sue esigenze, rivolte prevalentemente al reperimento di risorse che al cliente».