L’Italia sorvegliato speciale? Secondo la Reuters, anche se fonti ufficiali del governo smentiscono, il nostro Paese avrebbe accettato di essere monitorata dal Fondo monetario internazionale sulle riforme economiche. A sostenerlo sarebbero fonti europee. Pare che le linee di credito precauzionale non sarebbero applicabili all’Italia e non sarebbero in grado di dare ai mercati e alle istituzioni quelle garanzie di responsabilità e sostenibilità del nostro debito pubblico. In particolare, l’Fmi avrebbe intenzione di tenere sotto osservazione i progressi sulla riforma delle pensioni, sul mercato del lavoro e sulle riforme strutturali. E di fare in modo l’Italia rispetti gli impegni assunti. Sempre la stessa fonte europea ha fatto sapere che l’Fmi rispetterà la metodologia italiana, mentre l’Italia, dal canto suo, ha detto di poter convivere con il monitoraggio. Il tutto, pare perché le rassicurazioni di Berlusconi al G20 di ieri in merito al provvedimento che avrebbe dato concretezza alle indicazioni dell’Ue e al contenuto della lettera inviata la scorsa settimana dal governo italiano in Europa non sono state sufficienti. Il premier ha annunciato, infatti, che avrebbe posto la fiducia sul ddl si stabilità e sul maxiemendamento con le misure indicate dall’Ue.
A fare pressione, in particolare, sono stati Francia e Germania. Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha detto che il gruppo è intenzionato a combattere la speculazione che si sta abbattendo su numerosi paesi dell’euro, in particolare sull’Italia. Nel smentire che saremo sottoposti ad un monitoraggio vero e propri le fonti italiane hanno fatto sapere che il governo ha semplicemente accettato di ricevere degli advise da parte dell’Fmi. Si tratterà, quindi, di consigli che si affiancheranno al ruolo che la Commissione europea ha affidato il 27 ottobre all’Eurogruppo, l’insieme dei ministri delle Finanze della zona euro. Vi è anche la possibilità, ma per ora è solo un’ipotesi, che il monitoraggio, o presunto tale, sia esteso anche alle altre zone dell’euro a rischio. Gli ispettori dell’Fmi, in virtù dei loro aumentati poteri, potrebbero decidere di consentire all’Italia di attingere alla linea di credito relativa al piano di salvataggio di cui si parla da tempo, che dovrebbe disporre di un fondo da 1000 miliardi di euro.
A quel punto, tuttavia, l’Italia, sebbene al sicuro dal rischio di default, risulterebbe di fatto commissariata. Ipotesi, quindi, che il premier ha rifiutato, sottolineando come il Paese ha sempre onorato il proprio debito.